AGGIORNAMENTO: gli emendamenti proposti dalla Lega prevederebbero il primo una riduzione al 28%, l’altro la rimozione della soglia dei 2.000€. Entrambi non renderanno granché contenti i detentori crypto.
Arrivano i primi emendamenti alla proposta contenuta nella Legge di Bilancio di portare la tassazione al 42% su Bitcoin e crypto. Una proposta che sin dalla sua formulazione non è piaciuta praticamente a nessuno e che non ha trovato alcun difensore pubblico, se non nel capo del MEF Giorgetti, che però sembra lo abbia fatto più per circostanza e obbligo di difesa degli atti del governo che per una ferma convinzione.
Arriva l’emendamento firmato dall’On. Giulio Centemero, Lega, già più volte comparso sulle pagine di Criptovaluta.it, così come ne arriva uno da Coppo di Fratelli d’Italia. Questo almeno secondo quanto è stato riportato da AGI.
Potremo spuntarla? Che tipo di regime ci troveremo ad affrontare per il 2025? Converrà abbandonare le terre natie per riparare altrove anche a fronte di gain invero modesti? Per ora sembrerebbe di no, per quanto sia probabilmente più corretto aspettare che ci sia qualcosa di più concreto.
Sono due emendamenti, uno firmato da Centemero e che dovrebbe raccogliere quelle che sono le opinioni della Lega e uno invece è firmato da Coppo, Fratelli d’Italia, che contiene forse le proposte più interessanti.
Oltre a riportare la tassazione al 26%, ci sarebbe un modo più intelligente per coprire quei 16 milioni di euro che la relazione tecnica si aspetta dalla nuova tassazione su Bitcoin e crypto. Ovvero si potrebbe riaprire ad una sorta di sanatoria, ad una dichiarazione dell’indichiarato nel passato a fronte di un pagamento del 16%, cosa che contribuirebbe, dati anche gli importanti gain di Bitcoin nelle ultime settimane, ad avere moglie ubriaca e botte piena.
Almeno da una prima ricognizione non sembrerebbe che siano previsti tentativi di dividere la tassazione tra holder di lungo periodo e trader, cosa che però sembrerebbe essere sul tavolo anche tenendo conto di quanto affermato da Giorgetti all’interno di un’audizione in Parlamento.
La migliore delle proposte per i detentori potrebbe essere probabilmente la seconda: rimanere al 26% e poi dare il contentino alle casse dell’Erario facendo pagare i ritardatari e gli smemorati.
Rimane difficile da quantificare in quanti abbiano cambiato idea nel corso degli ultimi mesi: se non si è accettato di emergere con un 14%, perché si dovrebbe accettare di farlo con un 16%?
Probabilmente sì, anche dall’opposizione che comunque si è detta pronta a votare anche emendamenti proposti dalla maggioranza sul tema.
Sarebbe comunque particolarmente da fessi credere che si sia già vinto. Le trattative in parlamento sono famose sia per la loro durata, sia per la tendenza a partorire Frankenstein giuridici che finiscono per rendere la vita e gli adempimenti dei cittadini…
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