Mentre tutti guardano a Bitcoin, il vero re del mercato di questa settimana da urlo è stato in realtà Dogecoin, che continua a crescere su ritmi serrati, sfruttando un momentum che dipende tutto o quasi da Elon Musk. O meglio, che dipende in larga parte dal coinvolgimento del capo di Tesla nel futuro governo del presidente Trump.
Elon Musk è stato direttamente coinvolto in campagna elettorale e ha anche scherzato sulla possibilità di nominare il dipartimento che gli avrà assegnato come DOGE, acronimo che starebbe per Department of Govern Efficiency, ovvero una sorta di dipartimento per l’efficientamento della burocrazia negli USA.
Il riferimento è forse più al meme che al token in quanto tale, ma gli investitori non sembrano volerne sentire, e spingono doge al sesto posto della speciale classifica del marketcap, ovvero al quinto posto se non dovessimo tenere conto di Tether, che è appunto uno stablecoin.
La paura di tutti è che la corsa che ha visto il prezzo di Dogecoin raddoppiare nel corso dell’ultima settimana sia di vita breve, come spesso accade a token e coin che sono legati al mondo dei meme. Un mondo fatta di ampia volatilità, ma che per Doge vale comunque una capitalizzazione di mercato superiore ai 50 miliardi di dollari.
Sì, per il momento sembrerebbe essere un’ondata dominata dalla notizia che arriva da Washington successivamente alla vittoria di Donald Trump e dunque al conseguente coinvolgimento nelle cose di stato per Elon Musk, storicamente vicino a questa coin.
L’unico dei problemi è che in realtà le aspettative che leggiamo sui social sembrerebbero essere un tantino esagerate. Non vi è chiaramente alcuna possibilità che ci sia un coinvolgimento diretto del governo USA in Doge – e ci sono ancora dubbi di un eventuale situazione di questo tipo anche per Bitcoin. Sognare non costa certamente nulla, ma chi sta prendendo posizione basandosi su questi presupposti farebbe certamente bene a riconsiderare la propria posizione.
Non necessariamente. È chiaro che sia il nome del dipartimento “meme” di Musk, sia la sua stessa presenza eventuale nel governo USA sarà una vetrina indiretta per $DOGE e crediamo che i mercati abbiano comunque prezzato correttamente le notizie che abbiamo fino a questo momento.
Doge ha molti affezionati entusiasti e altrettanti brontoloni che ritengono la sua presenza in top uno dei segnali della scarsa serietà del mondo crypto. Se ne dovranno fare una ragione: è stato così per lo scorso ciclo e a quanto pare sarà così anche per quello attualmente in corso.
Doge, come Bitcoin, sembrerebbe intenzionato a essere qui per rimanere, con buona pace per chi non lo ha mai sopportato.
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