Il rapporto tra criptovalute e banche centrali non è mai stato dei migliori. Da un lato abbiamo i padroni del denaro, gli enti nazionali e sovranazionali (ma indipendenti dalla politica) e dall’altro le prime valute orizzontali, che rispondono a regole che nessuno può cambiare e soprattutto anti-inflazionistiche, come Bitcoin.
Forse per fare eco a FCA – che pur aveva dimostrato intenzioni meno bellicose – forse per rilanciare il progetto di un Euro digitale, a rinfocolare una guerra in realtà mai interrotta ci ha pensato Christine Lagarde, ormai da qualche anno a capo della BCE, la banca Centrale Europea.
“È arrivato il momento di regolare su scala mondiale Bitcoin. Si potrebbe partire dal G7, per poi muovere la discussione al G20”.
In realtà le parole di Lagarde, che pur avrebbero voluto suonare come minacciose, non hanno per il momento spaventato nessun investitore. Bitcoin continua con la sua corsa, recuperando anche dalla flessione rispetto al picco dei 40.000$ raggiunto soltanto qualche giorno fa.
Tutto in piena linea con le nostre previsioni sul prezzo di Bitcoin – che vedono ormai BTC come un vero antagonista delle valute Fiat e più simile all’oro che ad altri tipi di asset monetari.
Per il momento non si è ancora capito, anche perché non è la prima volta che da Francoforte tuonano contro Bitcoin e più in generale contro le criptovalute.
Fatta eccezione per Ripple, che da subito ha trovato sponda nel settore bancario classico e dunque si è messo al riparo da certe critiche – tutto il settore delle criptovalute diventa ciclicamente bersaglio degli strali di banchieri più o meno importanti, con l’ultima in ordine temporale che è proprio la Christine Lagarde che passerà alla storia come la mente dietro le più grandi manovre espansionistiche (e inflazionistiche) della storia dell’Euro.
Storia di un’amore mai sbocciato? Non solo, perché forse leggendo tra le righe di riesce ad intendere quale sia il vero obiettivo di Miss Lagarde:
“Con gli ultimi sviluppi sul prezzo… ecco, questo è per chi la riteneva una valuta. Ma gli ultimi movimenti in alto e in basso dimostrano che questo [Bitcoin, NDR] è in realtà un asset finanziario”
Non sono parole buttate a caso, ma la chiara intenzione di voler far dichiarare appunto BTC come asset finanziario puro, con tutto quello che ne conseguirebbe in termini di controlli da parte dell’autorità pubblica, mercati OTC e ufficiali, tassazione, etc.
Curioso il modo di definire un asset scelto da chi è alla guida della Banca Centrale Europea: è vero che Bitcoin è volatile, ma questo non dice nulla sulla sua qualità tecnica di riserva di valore, di asset oppure ancora di valuta. Almeno secondo le leggi stesse che BCE si impone e impone alle banche centrali nazionali.
Sono in molti ad operare su Bitcoin in seguito alle dichiarazioni pubbliche di qualche pezzo grosso, che sia a capo di una banca centrale, oppure ancora di un ente sovranazionale importante.
Si può fare trading in Bitcoin in base a questo tipo di notizie, anche se dai mercati per ora non arriva nessun segno di preoccupazione. Anzi, nelle ultime 24 ore BTC ha fatto registrare un guadagno di quasi il 15%. Questo per sottolineare ancora una volta quanto l’ennesima minaccia di regolamentazione stretta di Bitcoin sia presa seriamente dagli operatori, oggi anche finanziari.
Chi vuole comunque entrare sul mercato, magari per approfittare del boost quotidiano ha diverse scelte a disposizione:
Trading che non è da farsi soltanto in prossimità di notizie e dichiarazioni. Bitcoin continua infatti la sua corsa non curante di quanto arriva dai commentatori dell’economia tradizionale, che quando si tratta di analizzare il fenomeno BTC non sembrano mai essere troppo equilibrati.
Probabilmente un giorno sì, anche se difficilmente questo ennesimo appello della BCE sortirà degli effetti di breve termine. In realtà oggi Bitcoin è già scambiato su mercati o tramite intermediari regolamentati – vedi i broker che abbiamo già citato – e trattato proprio come un asset.
Che le principali economie del mondo trovino una quadra legislativa su Bitcoin e sulle criptovalute rimane, nonostante gli auspici di Lagarde, un miraggio – almeno per il momento.
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