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Bitcoin: nuovo record a 93.000$. Ma per gli italiani arriva la STANGATA? Aggiornamento tasse

Bitcoin fissa nuovi massimi in quota 93.000$ e mentre in tutto il mondo si festeggia, almeno tra chi ha creduto ad una nuova bull run, c’è chi è costretto a preoccuparsi. Sì, sono gli italiani, che non sanno ancora cosa ne sarà delle eventuali tasse sulle plusvalenze Bitcoin e crypto.

Ieri Bloomberg ha comunicato che a passare sarà la proposta – una delle 4 che potrebbero arrivare in parlamento – che porterebbe al 28% la tassazione sulle plusvalenze crypto a passare. Noi abbiamo sentito chi potevamo e invece riteniamo che sia ancora tutto da decidere.

Quel che apparirebbe ora come scontato è che non si arriverà al 42% che era stato inserito all’interno della Legge di Bilancio, almeno nella sua bozza che poi avrebbe dovuto attraversare il fuoco di commissioni e parlamento. Vediamo insieme a che punto siamo e cosa c’è effettivamente sul tavolo.

La proposta migliore: tutto rimane com’è

Le proposte sulla tassazione Bitcoin e crypto che hanno una qualche probabilità di passare sono in realtà due. La prima vorrebbe l’eliminazione completa dell’aumento. Si rimarrebbe così all’attuale 26% con i primi 2.000€ di plusvalenze che non sarebbero tassabili.

Sarebbe di gran lunga l’opzione migliore tra quelle presenti sul tavolo. La copertura arriverebbe da fondi propri del MEF – il Ministero dell’Economia e delle Finanze – e tutto finirebbe in questo caso con un grosso spavento e poco più.

La stessa proposta istituirebbe un tavolo permanente tra governo e operatori del settore per capire come muoversi in futuro – e non solo in termini di tassazione.

La seconda proposta: si passa al 28%

È quella che riteniamo essere la soluzione dispetto. Gettito aggiuntivo di soli 2 milioni di dollari e per fare piacere a chi vorrebbe fare un dispetto al settore, una diversificazione comunque rispetto agli altri investitori. Chi ha comprato Bitcoin o crypto sarebbe trattato come contribuente di serie B e lo Stato si trasformerebbe – cosa che in realtà già è – anche in consulente finanziario.

A convincere però residenti e cittadini della bontà di certi investimenti non sarebbe la forza delle argomentazioni, ma l’utilizzo del monopolio della forza, che è poi alla base della riscossione.

Tutti sarebbero (quasi) contenti, almeno dopo l’enorme spavento per il potenziale passaggio al 42%. Criptovaluta.it non fa politica, ma ritiene comunque questa possibilità assolutamente inaccettabile. Chi la porterà a diventare legge dello Stato dovrebbe assumersene la responsabilità politica e i nomi di coloro i quali accetteranno di votarla iscritti al registro ideale dei nemici del comparto.

Non che comporti nulla essere in tale registro. Tuttavia un dispetto del genere per soli 2 milioni di euro di gettito meriterebbe considerazione quando ci si recherà di nuovo alle urne.

Gli italiani che detengono crypto sono nell’ordine di milioni – e quello che speriamo è che puniscano chi ha voluto punirli a loro volta.

Le opzioni peggiori, che non sarebbero sul tavolo

Le opzioni peggiori sono due: rimanere al 42% come è stato inserito in finanziaria, oppure togliere la soglia dei 2.000€, cosa che andrebbe a punire in modo ingiusto soprattutto i piccoli investitori, che oggi son sottoposti ad una forma, per quanto ridotta, di tutela.

Sono opzioni che non sarebbero sul tavolo, almeno secondo quanto ci è dato sapere. E che speriamo non ci tornino.

Per il resto, gli appassionati crypto dovrebbero – almeno ad avviso di chi vi scrive – comportarsi come avviene in ogni paese civile: chiedere conto, alle urne, di quanto verrà deciso. Perché appare come evidente che non si tratti di una ragion di cassa, ma di un tentativo di affossare un settore che non piace anche ai poteri pubblici che non sono sottoposti a processo elettorale.

In uno dei primi scambi a tema Bitcoin, qualcuno ebbe a rispondere che non si potevano risolvere tramite codice problemi che sono politici. Se è vero, per quello ci sono le urne, con un’assunzione di responsabilità da parte di chi si farà portatore di questo aumento che è quanto ci si dovrebbe aspettare nei paesi civili.

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