Duro colpo alle DAO “for profit”, ovvero le organizzazioni decentralizzate che si occupano di gestire progetti che muovono denaro e che hanno come scopo il profitto, come tante se ne vedono nel mondo crypto. A colpire sono le corti californiane, che hanno rigettato la tesi secondo la quale Lido DAO, la DAO che gestisce l’omonimo progetto di liquid staking per Ethereum, non sia un’entità legale.
Le corti californiane hanno infatti deciso di applicare le regole peggiori possibili – quelle della general partnership – che vede la responsabilità da parte dei partecipanti alla gestione e l’assenza di separazione patrimoniale tra i gestori stessi e la DAO. Una decisione che ha fatto andare su tutte le furie a16z, che è tra i principali investitori del progetto – almeno tra quelli riconoscibili – e che sarà con ogni probabilità oggetto di accese discussioni tra gli specialisti.
La decisione presa dalle corti californiane solleciterà – nel nuovo contesto politico pro-cripto nel USA – con ogni probabilità una definizione possibilmente federale dell’intera questione, per quanto ci siano già precedenti anche a livello statale e leggi sempre al livello intermedio che definiscano le DAO in modo assai diverso.
Lido è una general partnership
Servirà un breve riassunto degli antefatti: Lido DAO si era opposta all’essere considerata come entità legale che potesse rispondere di alcunché. La tesi in questione però non è stata sposata dal giudice Vince Chhabria, che pur riconoscendo la novità della situazione rispetto a quanto i codici coprano, ritiene che una DAO per profitto sia una general partnership, che prevede pertanto la responsabilità di chi partecipi alla gestione, anche a livello patrimoniale.
La cosa ha mandato su tutte le furie diversi dei principali investitori nel progetto, come Paradigm Operations, Andreesen Horowitz, Dragonfly Digital Management, che saranno ritenute parte di questa general partnership per tutti le questioni legali che riguarderanno la DAO in questione.
A quanto parebbe, basterebbe una partecipazione a qualunque livello – anche la sola partecipazione ai forum di votazione – per essere considerati parte attiva della gestione e dunque essere obbligati a assumersi le responsabilità di qualunque decisione presa dalla DAO.
Da dove arriva questa decisione?
Arriva da una causa intentata da Andrew Samuels, che dopo aver registrato perdite con il suo investimento in $LDO ha deciso di accusare l’exchange di criptovalute Gemini di aver venduto security non registrate. La cosa ha finito per scalare fino a Lido DAO, che di quel token che secondo Samuels sarebbe una security non registrata è emittente.
Lido DAO si era opposta affermando la sua inesistenza come entità giuridica, tesi che però è stata smontata dal giudice Vince Chhabria. Per gli appassionati di diritto tutta la documentazione può essere recuperata qui. Non è chiaro per il momento se ci sarà o meno opposizione e quali saranno le conseguenze per i membri della DAO che verranno ritenuti parte attiva della gestione.
$LDO per ora ha risentito della decisione e scambia sotto 1,20$, dopo aver toccato nella giornata 1,27$ per singolo token. Seguiranno aggiornamenti che potrebbero avere un impatto sul mercato di $LDO e delle altre DAO organizzate in maniera simile.