Le notizie dell’apertura della Russia al mondo Bitcoin e crypto sono sempre da prendere con le pinze. Esagerazioni. sensazionalismi e altri tipi di cattivi comportamenti della stampa e degli account social più seguiti hanno reso questo campo… letteralmente minato per chi si occupa di riportare e apprendere la verità. Questa volta però c’è del concreto. Secondo quanto riportato da Interfax, il governo russo avrebbe approvato gli emendamenti su un più ampio disegno di legge che si occupa di plusvalenze crypto e di denari ottenuti con il mining.
Il Ministero delle Finanze russo ha riportato due novità importanti: si tasserà tutto al 15% e il valore di quanto ottenuto dai miner sarà considerato a costo di acquisto zero, con la possibilità di detrarre le spese di esercizio. Si tratterebbe, nel caso, di un regime di relativo favore almeno rispetto ad altre giurisdizioni, per quanto non così di favore da poter attrarre le operazioni di miner che sono già altrove, tenendo anche conto delle complicazioni odierne del fare business in Russia.
Per il resto, si tratterebbe di un’aliquota mediamente più bassa di quelle fatte registrare in Europa, con qualch erara eccezione.
15% in Russia sulle crypto: ecco cosa sappiamo
Arriva al termine un lungo percorso legislativo che era iniziato già nel 2020 e che aveva visto le prime proposte arrivare alla Duma già nel 2021. Il governo russo ha confermato di aver accolto gli emendamenti e che in Russia Bitcoin e crypto saranno tassate al 15%.
Questo perché le crypto verranno trattate come asset e dunque le conseguenti e eventuali plusvalenze come reddito da capitale. La cosa esclude anche l’applicazione dell’IVA sulle transazioni che riguardano le crypto.
Questo farebbe il paio con una parziale apertura del paese alle transazioni in criptovalute, tenendo anche conto delle difficoltà che Mosca incontra nell’accedere ai canali internazionali di pagamento dopo l’invasione dell’Ucraina.
Il regime per i miner sarà pressoché identico: i BTC ottenuti tramite mining in Russia, almeno secondo quanto riporta Interfax, saranno considerati come acquisiti a costo zero, salvo poi però avere la possibilità di portare in detrazione i costi sostenuti per le operazioni nel loro complesso.
Secondo i primi commenti che arrivano dal governo russo, si tratterebbe di una soluzione intermedia tra le necessità dell’industria e necessità del governo di fare dalle attività economiche.
In Italia intanto la discussione continua
Con ogni probabilità e nella migliore delle ipotesi si arriverà ad una soluzione di sintesi anche in Italia. Impensabile per ora ritenere che si tornerà all’attuale regime.
Sul tavolo ci sono le proposte dell’On. Coppo, Fratelli d’Italia, e Giulio Centemero, Lega: la più interessante per le casse dello Stato include la rimozione della soglia dei 2.000€ come no tax area e l’arrivo di una rivalutazione al costo del 16% da pagare in tre anni.
Seguiremo da vicino le evoluzioni di una battaglia che il mondo crypto e Bitcoin italiano dovrebbe riuscire a vincere, pur con qualche concessione a favore dell’Erario.