Altro giorno, altro record. Bitcoin non corregge ancora, continua dritto per la sua strada e piazza un’altra dimostrazione di forza incredibile. Sul piano tecnico c’è qui un’ottima analisi di Alex Lavarello – su quello politico – c’è da leggere invece qui. Sì, politica, perché per quanto non piaccia a molti degli amanti di Bitcoin, è qui che si sta consumando lo psicodramma di chi non ha mai creduto in questa tecnologia.
Non esiste giorno senza notizie bullish che arrivano dagli Stati Uniti: ultima in ordine temporale, ma prima per ordine di importanza, è la possibilità che per la prima volta nella sua storia gli USA abbiano uno specialista crypto, con un suo ufficio/agenzia, nella squadra di governo.
Di più: il futuro governo Trump starebbe già conducendo consultazioni per capire chi assegnare a questo importante ruolo. Si parla dell’ex CEO di Binance USA – per trattative e negoziazioni che però andranno avanti probabilmente ancora per un po’. Poco importa: un dipartimento del genere vorrebbe dire davvero che i Bitcoin bro hanno messo le mani sul più potente, ricco e finanziariamente rilevante paese del mondo.
Bitcoin a trazione USA
Mentre in Italia si passano pomeriggi con il misurino in mano per capire come, dove e quando grattare qualche milione agli investitori in crypto e Bitcoin – qui trovi gli ultimi aggiornamenti sugli emendamenti sulle tasse in Italia – negli USA si fa diversamente.
E si fa diversamente sia nel settore pubblico, sia nel settore privato. Sul primo c’è l’impegno di un governo Trump che ha già nominato diversi bitcoiner, che potrebbe nominarne uno addirittura al Tesoro e che vuole istituire anche una divisione del governo che si occupi di crypto. Che se ne occupi, si intende, per fargli strada e fargli largo.
Sul secondo, il settore privato, si sta consumando l’ennesimo psicodramma per chi non ci ha mai creduto. Prima avevano parlato di ETF fallimentari, salvo essere smentiti dal lancio più forte e importante di sempre. Poi ci hanno provato con le opzioni, che però sono state lanciate solo da 48 ore negli USA e stanno già trainando il mercato.
La situazione è quella che è, almeno per gli orsi, e per quanto sia più che indicato rimanere calmi, che la strada è lunga, quanto sta accadendo ha dell’incredibile, dell’assurdo, dell’imprevedibile e dell’incredibilmente triste per chi pensava di aver messo il settore nel sacco.
Ok, ma ora?
I 100.000$ sono la soglia psicologica di quasi tutti. Noi si è sempre ritenuto che Bitcoin, anche soltanto come asset, possa avere degli spunti ancora più interessanti. Ciclo, non ciclo, controciclo potrebbero contare molto poco: c’è una nuova spinta che arriva da Washington, che finirà per condizionare anche tante altre economie del blocco occidentale.
Riserve nazionali in Bitcoin? Per ora sembra assurdo. E probabilmente per confermare Bitcoin sul tetto del mondo degli asset non servirà neanche. Poi, come sempre, ognuno comprerà Bitcoin al prezzo che merita. Non esiste un prezzo sbagliato, per quanto però esista un prezzo degli errori che si possono fare dando retta a Jürgen Schaaf o a qualche stregone ben più nostrano.