Finisce un’era che verrà ricordata come di assoluto terrore per il mondo crypto. Gary Gensler ha annunciato le proprie dimissioni da capo di SEC il 20 gennaio 2025, il giorno dell’insediamento di Donald Trump. La notizia è stata diffusa sia tramite il sito ufficiale di SEC, sia tramite l’account X ufficiale di Gensler stesso.
Le dimissioni arrivano quando il supporto politico per il terrore delle crypto è al minimo, sia su sponda repubblicana sia invece su sponda democratica. Nella lettera di addio un ringraziamento al presidente in carica Joe Biden e un breve excursus della sua carriera.
Citate anche le criptovalute in fondo al comunicato, con la rivendicazione della sua azione a protezione degli investitori. Un messaggio con il quale pochi dei nostri lettori riusciranno a essere d’accordo.
Non ce ne vorrà il compianto Comandante SUpremo del Regio Esercito Armando Diaz se utilizziamo le sue immortali parole per celebrare una notizia attesa, sperata, ma comunque degna di ogni tipo di festeggiamento.
L’esercito di Gensler è annientato: esso ha subito perdite gravissime nella’accanita resistenza dei primi giorni. […] I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.
La guerra è ufficialmente finita. L’uomo che l’aveva incarnata con piglio deciso e che ha rivendicato anche nella sua lettera di addio di averla condotta non sarà più tra noi, almeno per quanto concerne il mondo crypto – e il più importante mercato finanziario del mondo potrà godersi uno sviluppo sano e libero da interferenze senza alcuna base di legge.
Sotto la guida di Gensler, la Commissione [SEC, NDR] ha continuato il lavoro dell’ex capo Jay Clayton nella protezione degli investitori nei mercati crypto. Durante il mandato di Gensler, l’agenzia ha condotto azioni contro gli intermediari crypto per frode, wash trading, violazioni della registrazione e altre condotte contrarie alla legge.
Questo il comunicato, che però dimentica di ricordare l’accanimento contro Ripple, contro Binance (che ha ancora una causa in piedi), contro Coinbase e contro qualunque exchange abbia offerto staking e altri servizi innocui.
Non ci mancherà. E speriamo – scusateci se la cosa è diventata personale – che questa sia l’ultima comunicazione che leggeremo che porta la sua firma. Ora avanti con il prossimo, che con l’aria che tira a Washington sarà al 99% un nome gradito al mondo crypto.
Addio Gary, non sentiremo la tua mancanza. E no, non tornare neanche a trovarci.
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