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Ripple: altri 25 milioni donati alla politica. La lobby crypto si rinforza per le midterm

Ancora una donazione politica per Fairshake da parte di Ripple, che mette sul piatto altri 25 milioni.

Ancora donazioni politiche da parte di Ripple. Secondo quanto è stato condiviso dal CEO di Ripple Labs, Brad Garlinghouse, sarebbero stati donati altri 25 milioni di dollari a Fairshake, un PAC (ovvero un comitato di raccolta fondi elettorali), per le elezioni midterm. Il PAC, che è bi-partisan e dunque non sostiene un determinato partito, è stato creato per sostenere economicamente i candidati con un approccio aperto e favorevole alle crypto.

Già prima delle presidenziali USA avevano contributo in molti, tra i principali player del settore crypto, ai fondi di suddetto PAC. Ripple stessa aveva donato complessivamente 45 milioni di dollari prima dei 25 annunciati oggi.

Il PAC continua ad essere tra i più ricchi di tutti gli Stati Uniti e probabilmente giocherà un ruolo importante anche nel prossimo ciclo di elezioni, che andranno a rinnovare nel 2026 una parte del Congresso e del Senato.

Politica e Crypto sempre più di pari passo?

Il momento politico è di quelli importanti. Il futuro presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante la campagna elettorale ha promesso sostegno pieno al mondo di Bitcoin e delle criptovalute. Il governo che sta formando include diverse persone molto vicine a questo mondo, come Howard Lutnick di Cantor Fitzgerald, che è custode dei fondi di Tether e che secondo indiscrezioni di WSJ avrebbe acquistato anche il 5% del gruppo che emette il più popolare stablecoin.

Un risultato al quale si è arrivati anche a colpi di donazioni, che però hanno influenzato più le elezioni del Congresso che quelle presidenziali. Sempre per rimanere in tema Ripple, il co-fondatore Chris Larsen è stato tra i pochi a schierarsi (anche lui con donazioni sostanziali, ma comunque personali) a favore di Kamala Harris, perdendo però la sua scommessa.

Ora sembrerebbe che l’intenzione del mondo crypto, almeno nelle sue aziende più rappresentative, sia quella di continuare a fare lobby, in un meccanismo che però negli USA non solo è naturale, ma anche legale.

Si uniranno anche gli altri?

Coinbase ha già partecipato a finanziamenti tramite lo stesso PAC, così come hanno fatto altre aziende del settore. Seguiranno tutte lo stesso percorso? Continueranno a donare per avere indirettamente protezione politica?

Staremo a vedere. Il grande aumento dei prezzi degli ultimi giorni, di natura squisitamente politica, sembrerebbe essere un grande incentivo affinché si continui a organizzarsi come tutte le altre industrie, ovvero eleggendo anche rappresentanti al Congresso disposti a battersi per il settore.

Potrebbe trattarsi del primo ciclo di Bitcoin e crypto con l’appoggio della politica del paese più rilevante al mondo sul piano finanziario.

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