C’è un’anomalia? È troppo presto per dirlo, ma c’è sicuramente qualcosa di interessante che sta avvenendo all’interno dei mercati, in relazione ai tassi di interesse. Per mesi tutti o quasi gli analisti di grido sui social ci hanno ammorbato sulla recessione che sarebbe arrivata e che avrebbe spazzato via ogni sogno di bull run. Il caso è ancora aperto, ma dato che spesso e volentieri si guarda appunto a quanto avvenuto in passato sui grafici per prevedere il futuro, è un buon momento questo per fare qualche ragionamento.
Che tipo di ragionamento? Quello che dovrebbe mettere sul tavolo qualche dubbio sul fatto che i mercati siano pronti a correggere perché è partito in realtà il pivot, ovvero la riduzione dei tassi all’interno di questo ciclo.
La cosa interessa anche Bitcoin, che come fanno notare molti, si è sempre o quasi nutrito dell’espansione monetaria su scala globale. Tuttavia il grafico qualche dubbio lo causa – e sarà bene ragionarne. Se sei un appassionato di trading Bybit ti regala 500$ di posizioni qui, in ESCLUSIVA per i lettori del nostro sito. Iscriviti e goditi il primo di una lunga serie di bonus!
Anche se investi principalmente in Bitcoin e crypto, ti sarà utile analizzare quello che sta avvenendo a livello macro. Il tema principale rimane quello dei tassi, che sono ancora su livelli molto alti negli USA, nonostante si sia già partiti con tagli piuttosto corposi (50 più 25 punti base).
I più scafati, quelli che di dubbi ne hanno sempre pochi, avevano avvisato: si inizia con i tagli e poco dopo arriva il dump, la potente correzione dei mercati. Questo, almeno per ora, non è avvenuto per Bitcoin e crypto e a vedere bene – occhio al grafico che abbiamo postato poco sopra. È un grafico che racconta però soltanto del periodo più breve. E lì dove vedete un calo brusco dei tassi accompagnato da una correzione importante di SPX500 (il più rappresentativo degli indici di borsa USA), troverete la crisi COVID, dove i tagli sono stati emergenziali e fuori dal ciclo.
Trattandosi di una situazione molto particolare e esogena, è di scarso interesse per chi investe e vuole leggere i mercati. E ci servirà dunque un’analisi più ampia che prende anche altri periodi.
Caso 2001: i tagli sono arrivati quando le borse avevano già iniziato a correggere in modo pesante. Quel caso sembra essere ormai escluso al 100%. I tagli sono arrivati con le borse ancora in forma. E che hanno fissato dopo i tagli nuovi record.
Caso 2007: è quello che preoccupa di più. Lì i tagli arrivarono effettivamente poco prima del crollo delle borse. Ovvero nel punto dove trovate la croce nel nostro grafico. È questo il caso che chi è rimasto a fare da Cassandra e crede fortemente nell’arrivo della recessione continua a sostenere.
Bitcoin e crypto non hanno mai affrontato, nella loro breve storia, una recessione USA vera e propria e dunque quello che potrebbe succedere è estremamente difficile da anticipare.
Il nostro intendimento rimane quello di un periodo eventualmente difficile per Bitcoin e criptovalute nel caso in cui l’economia USA dovesse cedere.
No, Bitcoin come asset ancora non è pronto per fare da bene rifugio quando tutto va a rotoli. E comunque sarebbe un’opzione che preferiremmo evitare di testare adesso.
Lo avevamo già indicato in una nostra vecchia live, che trovi allegata: Jerome Powell, che ha preso una cantonata enorme sull’inflazione, è poi corso sulla a narrativa della specificità di questo ciclo. Che non sarebbe un ciclo economico come gli altri, perché condizionato da 1 anno e più di crisi COVID.
Jerome Powell sembra essere molto fiducioso nella possibilità di intervenire di fino e di correggere i mercati fino ad indirizzarli verso un soft landing.
Potrebbe essere davvero questo il caso? Chissà: i pattern sono spesso solo nella nostra testa e ci piacciono tanto perché soddisfano il nostro bisogno primario di spiegazioni semplici.
Se dovessimo tornare poco indietro, anche il 1998 fu caratterizzato da un ritardo importante di FED nell’intervento. Ma era un’altra… era geologica per il mondo dei mercati. E dunque poco potrà aiutarci a capire.
I mercati – che non sempre hanno ragione sul medio e lungo periodo – per ora sembrerebbero essere fiduciosi. E per quanto il cammino dei tassi sia incerto, di fiducia in un possibile soft landing sembrerebbe essercene più di ieri.
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