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Corea del Sud: durante il golpe gli investitori scelgono Bitcoin e crypto

In Corea del Sud durante le ore calde del golpe, gli investitori hanno scelto le crypto.

Le crypto non sono ancora un asset rifugio? Probabilmente vero. Ma è altrettanto vero che quando le cose si fanno complicate sul fronte politico, il mercato crypto è uno dei primi ad essere utilizzato da chi di quelle situazioni politiche è vittima.

È il caso della Corea del Sud: nella giornata di ieri è stato tentato un colpo di stato, poi rientrato, e nel frattempo sui principali exchange crypto di quel mercato di riferimento sono stati fissati dei record importanti in terminid i volumi. Secondo quanto è stato riportato da The Block, nelle ultime 24 ore ci sono stati scambi per 34 miliardi di dollari, cifra di enorme importanza anche per un mercato florido come quello coreano.

Dati alla mano siamo pronti a guardare cosa è successo davvero, nonostante la situazione – fortunatamente – sia tornata alla normalità nel giro di poche ore.

Crypto contro il colpo di stato?

Ci sono diverse vicende che si sviluppano a cascata dopo che viene annunciato un colpo di stato. Una delle prime è quella di una certa difficoltà di accesso ai mercati tradizionali. Tenendo conto del fatto che certe operazioni poi vengono lanciate nel cuore della notte, è facile capire come il mercato crypto e Bitcoin, che sono invece aperti 24 ore su 24, possano essere attrattivi.

Secondo i dati che sono stati raccolti da CoinMarketCap – nel giro di sole 24 ore infatti Upbit, Bithumb, Gopax, Korbit e Bithumb avrebbero fatto registrare ben 34 miliardi di dollari di scambi. Tutto questo con una concentrazione di scambi in orari che in genere non sono quelli a più alta frequenza di trading.

Un modo di sbarazzarsi più rapidamente possibile della valuta locale, che si è fortemente svalutata dopo la dichiarazione di colpo di stato? Con buona probabilità sì, con le crypto che si sono trasformate nel giro di pochi minuti in un vero asset rifugio, per quanto per poche ore.

La cosa ha anche causato un importante discostamento – anche convertendo in dollari – tra il prezzo di Bitcoin sulle altre piazze e su quelle più tipicamente coreane, almeno secondo quanto è stato riportato da diverse testate locali. Questo è però anche imputabile alla grande volatilità attraversata dalla valuta locale KRW successivamente all’annuncio.

Crypto sempre più protagoniste negli scenari peggiori

È stato il caso del conflitto in Ucraina, così come in tanti altri scenari di conflitto. E questa volta, con un pizzico di maturità in più rispetto agli anni precedenti, il mercato crypto è stato testato anche nelle ore buie di un colpo di stato.

Il mercato c’è, è piuttosto maturo e offre una possibilità in più di protezione a chi – finanziariamente parlando – la sta cercando in modo relativamente disperato in ore di grande confusione politica e militare. Fortuna che si tratta di un mercato che – ripetono tanti analisti della vecchia guardia in Italia – non serve a niente e nessuno.

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