Bitcoin non è più libero: la morte del sogno con BlackRock, Wall Street e Donald Trump

Mentre Bitcoin viaggia ormai relativamente stabile sui 100.000$, c’è così tanto entusiasmo da aver dato voce a questioni, anzi a bufale che purtroppo circolavano, circolano e sempre circoleranno, alimentate soprattutto da chi non ha capito il funzionamento di Bitcoin. E di come sia immune non solo da chi vuole attaccarlo, ma anche da chi vuole sostenerlo per metterci le mani sopra.

La combo degli ultimi mesi è oggettivamente notevole: Michael Saylor (e dunque una società quotata), poi BlackRock e Fidelity (e più in generale Wall Street) e infine il Presidente degli Stati Uniti. Un trittico di rara potenza, di quelli da far tremare la terra (e soprattutto gli ultimi della terra), tutti pro-Bitcoin. E che secondo chi vive di polemiche (in particolare se inutili) sarebbe il colpo mortale per BTC, per la sua libertà e per il suo spirito cypherpunk.

Polemiche buone per un ozioso weekend pre-natalizio e alle quali è il caso di offrire delle risposte. Sia per chi è arrivato da poco, sia per chi, animato dal forte animo del Bastian Contrario che pur è una caratteristica comune di chi frequenta questi spazi, crede che oggi non sia più cool sostenere Bitcoin, ma dire che ormai sia tutto finito.

USA, BlackRock e Wall Street: il sogno di libertà di Bitcoin è finito?

Lo hanno scritto giornalacci italiani che non legge nessuno ed è il leitmotiv di qualche nuovo arrivato: dato che ora ci sono gli adulti – in senso politico e finanziario – in Bitcoin, allora vuol dire che che Bitcoin non è più libero. Ha perso la libertà degli inizi e non la recupererà più. Non è così: anzi, il fatto che anche attori statali o grandi fondi possano acquistarlo è la consacrazione di una moneta peer to peer e permissionless, ovvero senza che nessuno, neanche chi si erge a protettore dello spirito delle origini, possa decidere chi la compra e chi no.

E il prezzo, che vedi qui sopra, è importante, ma è soltanto una parte del tutto. E neanche la più importante.

• BlackRock compra? Ottimo

Non parliamo di prezzo. Ma parliamo di quello che Bitcoin è sempre stato dalle origini. Senza permessi, peer to peer. Non era nato per essere chiuso nelle cassaforti di un fondo scambiato in borsa? Se ne può discutere. Ma sarà anche libertà di BlackRock comprarlo per i propri clienti, impacchettarlo in un ETF e venderlo in borsa.

Anche per chi tratta il whitepaper (magari giustamente) come le tavole della legge, non ci risulta sia scritto da nessuna parte che non avrebbero dovuto comprarlo i fondi. Bitcoin, nel suo spirito delle origini, garantisce la possibilità di detenzione diretta senza intermediari. Chi compra un ETF non compra Bitcoin – e su questo non ci piove. Ma per il resto? Di cosa stiamo parlando esattamente.

• I grandi hanno potenzialmente un effetto sul prezzo

I grandi capitali hanno potere di avere impatto sul prezzo di tutto. E non hanno bisogno di ETF per comprimere il prezzo di questo o quell’asset. Gli strumenti finanziari – futures e opzioni – su Bitcoin esistono da sempre. E chi vuole bruciare miliardi per comprimerne (momentaneamente) il prezzo può farlo da sempre.

In aggiunta: Bitcoin non garantisce da nessuna parte un valore che va sempre e soltanto su. Il diventare ricchi non è parte della proposta di Bitcoin. E non lo è mai stata. Se questa narrativa arriva dal vostro account X preferito, non può essere colpa di Bitcoin.

• Il denaro permissionless è per tutti: anche per gli esseri più detestabili della terra

Quando si sceglie di imbarcarsi in un network monetario libero, vuol dire che lo utilizzeranno tutti. Anche persone che detestiamo, anche persone che riteniamo pericolose, anche persone che tutti troverebbero turpi. Incredibilmente anche l’oro è stato utilizzato dai peggiori personaggi che popolano i libri di storia. E nessuno può farci niente. Il protocollo Bitcoin non ha mai incluso un check morale né tanto meno legale su chi attiva un indirizzo e lo utilizza. E non è una mancanza, ma un pro di Bitcoin.

Bitcoin viene utilizzato da politici, regimi, democrature o anche blocchi che ci stanno assai antipatici? Ce ne dovremo fare una ragione. Perché Bitcoin o è per tutti (e intendiamo tutti) o non è. Sarebbe al contrario limitarne l’utilizzo a stati, presidenti, arruffapopolo e assassini a renderlo non più Bitcoin.

• Avere tanti Bitcoin non significa poterne indirizzare funzionamento e sviluppo

Ci sono entità che stanno accumulando decine di migliaia di Bitcoin? Buon per loro. Anche avessero il 51% dell’intero circolante di Bitcoin avrebbero esattamente zero poteri sul funzionamento del network. No, non possono decidere chi effettua transazioni. No, non possono decidere i futuri sviluppi di Bitcoin. Bitcoin non è una votazione all’interno di una SPA. Ognuno sceglie l’implementazione da utilizzare. Per conto proprio. Anche avesse soltanto 4 satoshi messi in croce.