Donald Trump vorrebbe vedere Bitcoin a 150.000$ nella prima parte della sua presidenza. È questo quanto viene riportato da Axios, che ha citato una persona che fa parte del transition team e dunque che occupa una posizione di vertice all’interno della squadra che accompagnerà Trump alla Casa Bianca.
Non si tratterebbe poi soltanto di un auspicio, ma letteralmente di un manifesto elettorale, con Trump che sarebbe tanto interessato al mondo crypto e Bitcoin quanto lo è al mercato azionario, altro pallino di ogni presidente, con i mercati che finiranno, nel corso del primo anno, per offrire la loro benedizione oppure per cassare ogni tipo di velleità presidenziale sull’economia.
Una posizione certamente particolare quella riportata da Axios – fonte in genere molto affidabile – all’interno di un più ampio approfondimento sulle volontà economiche del presidente che giurerà il prossimo 20 gennaio. Intanto arriva il no da una delle votazioni più inutili che si ricordino su Bitcoin, quella di Microsoft, gonfiata ad arte da certa stampa e ora diventata un problema più tra gli appassionati che nel mondo della gente reale.
Bitcoin che sale la migliore delle pubblicità per la presidenza
Della vicinanza di Donald Trump al mondo Bitcoin sono state riempite anche le pagine di questo sito. Già in campagna elettorale il futuro presidente degli USA ha specificato di avere un approccio radicalmente diverso da quello del predecessore ed è anche comparso in kermesse e eventi a tema BTC. Una posizione che si è poi rinforzata con la scelta, a Segretario del Commercio, di Howard Lutnick, di Cantor Fitzgerald e da tempo aperto al mondo crypto.
In pochi però si sarebbero aspettati quanto viene riportato da Axios, che cita in un più ampio approfondimento una non meglio precisata persona che farebbe parte del transition team:
Per lui è come un mercato azionario aggiuntivo. Vorrebbe vedere Bitcoin a 150.000$ nella prima parte della sua presidenza.
Un’affermazione forte, che per ovvi motivi non possiamo confermare e che però al tempo stesso aggiunge un altro tassello a quella che potrebbe essere la strategia di Trump per la prima parte della sua presidenza.
Una presidenza che ha comunque potenzialmente un impatto importante sul prezzo di BTC, fosse anche soltanto confermando alcune delle aperture che aveva fatto già durante la campagna elettorale.
Sulle due sponde dell’Atlantico un clima molto diverso
Se negli USA l’apertura sembrerebbe essere totale, in Europa il clima è ancora ben diverso. In Francia si stava parlando di mettere Bitcoin al pari di yacht e altri beni non produttivi per tassarli sopra una certa cifra. In Italia si sta ancora dibattendo delle tasse da portare al 42%, in Danimarca si vorrebbe fare lo stesso.
Così vicini ma così lontani: quale delle due idee prevarrà? Anche l’Europa si accoderà all’entusiasmo trumpiano per le crypto e Bitcoin? Oppure prevarrà lo spirito europeo, tutto tasse e restrizioni?
Microsoft dice no
Secondo il voto preliminare ci sarebbe stato un no al quesito proposto agli azionisti Microsoft che, in caso di risposta affermativa, avrebbe obbligato il board a considerare Bitcoin per un eventuale investimento.
Un nothingburger come lo chiamano gli americani, che però ha causato grande scempio sui social per quella strana tendenza dei giornali crypto a fare montagne dai topolini. Lo sconteremo a mercato? C’è stata una contrazione alla diffusione della notizia. Che è però, lo ripetiamo, una non-notizia.