Il dato sull’inflazione non stupisce. Tutto perfettamente secondo previsioni, con i mercati crypto che però hanno avuto una reazione positiva almeno in prima battuta. CPI classica a +2,7%, in leggero rialzo rispetto ai dati del mese scorso, Core invece ferma a +3,3%. Siamo ancora lontani dal 2% di target, ma è comunque l’ennesima lattina calciata più avanti – e ai problemi ci si penserà quando sarà il caso di pensarci.
La buona forma di Bitcoin e crypto – che potete comprare con 1000$ in bonus gratis – dovrà ora essere confermata durante tutta la sessione USA, una sessione che non è stata foriera di grandi spunti nel corso di questa settimana. Al netto dei pur interessanti movimenti di breve, che vedono Bitcoin in buona forma e vicino a poter sfidare di nuovo i 100.000$.
Tutto questo mentre si attende il 18 dicembre, che sarà la vera data X di chiusura di anno: quel giorno infatti FOMC deciderà sui tassi di interesse, con un taglio che ora – come avremo modo di vedere – sembra essere più che scontato.
Tutto al 100% secondo previsioni
Incredibile a dirsi, ma in realtà tutto è andato esattamente secondo previsioni. Il consenso era per un +2,7% sull’inflazione classica e un +3,3% invece per l’inflazione Core, quella che tiene fuori settore alimentare e energetico, che sono da sempre caratterizzati da una grande volatilità.
- È la Core che interessa di più
Per capire il cammino verso il 2% è necessario però partire dall’inflazione Core che è ancora al 3,3% e lontanissima dal target. Interessa di più questa, di inflazione, perché a poco valgono le riduzioni della stessa in un indice, quello CPI, che in verità include categorie merceologiche che sono in rallentamento ma che non valgono tutto il paniere e non sono buoni indicatori della vera traiettoria dei prezzi.
Siamo dunque ancora lontani, ma in realtà non molto distanti dal cammino che Jerome Powell aveva individuato come possibilmente credibile nelle scorse settimane. In breve: di grosse preoccupazioni non ce ne sono – e il peggior scenario possibile ora è che si proceda più lentamente con i tagli ai tassi nel 2025. Ma da qui al 2025 c’è ancora un’eternità – e Fed continuerà a decidere dato dopo dato.
- Tagli quasi sicuri piacciono a Bitcoin e crypto
I tagli ormai quasi sicuri non possono che piacere a Bitcoin e crypto, che infatti festeggiano con una corsa che però ora dovrà essere confermata anche durante la sessione USA.
Ormai nessuno è più disposto a scommettere che i tagli di dicembre salteranno, per quanto, come abbiamo già scritto sopra, la questione interessante ci sarà a partire dal 2025, quando si dovranno di nuovo fare i conti con inflazione e con andamento dell’economia.
Piano piano verso il soft landing?
Abbiamo scritto più volte che in realtà troviamo il soft landing come il migliore degli scenari possibili anche per Bitcoin e crypto. L’inflazione che non torna rapidamente al target del 2% non è certamente un buon segnale, ma dall’altro lato economia e mercato del lavoro sembrano tenere senza grossi problemi.
La possibilità c’è e ad ogni avvicinamento verso l’obiettivo diventa più concreta. Sarà un 2025 durante il quale si dovrà tenere il fiato sospeso, ma anche la storica luna di miele con i nuovi presidenti potrebbe dare una mano. Il quadro generale comunque, dopo il dato di oggi, non cambia granché.