Altre buone nuove dagli Stati Uniti, sempre a livello politico. Il prossimo capo della commissione del Senato che si occupa di banche si è espresso sul mondo crypto, in modo chiaro. Si tratta del senatore Tim Scott, che ha definito, secondo quanto riportato da Coindesk, le crypto la prossima meraviglia del mondo.
Una posizione certamente particolare per un politico, con tendenze però di apertura alle quali stiamo iniziando ad abituarci. La stessa situazione è in un’altra importante commissione. Si tratta della House Financial Services, nella cui posizione apicale siederà French Hill, che è stato accolto con un certo entusiasmo dagli operatori del settore.
Aria positiva quella che arriva dagli USA – che è forse contrastante con il vento che soffia in Italia. Il governo Trump giurerà il 20 gennaio e i mercati stanno già scontando in positivo, con Bitcoin che oggi ha battuto nuovi record, al netto poi di una correzione che è stata indirizzata più dal mercato borsistico USA che altro. Prima di passare al contenuto principale, qui puoi ottenere una posizione dal valore di 1.000$ con Bybit! Iscriviti, versa i tuoi primi 100$ e ottieni la posizione 100% GRATIS!
Sono le parole di un’innamorato quelle che il prossimo presidente della commissione senatoriale USA che si occupa di banking ha riservato al mondo crypto e Bitcoin. Sarà la prossima meraviglia del mondo, parole che forse neanche il più entusiasta degli appassionati di questo settore avrebbe mai pronunciato.
Una situazione estremamente diversa da quella della precedente (e per ora corrente) amministrazione: in quel caso l’attacco alle banche che offrivano servizi crypto e Bitcoin – o appoggio alle società che offrivano banking ai servizi crypto – fu frontale. E in almeno un caso portò anche alla chiusura di un istituto. È la famosa operazione Chokepoint 2.0 che il governo Trump ha promesso di smantellare. E che almeno per ora, analizzando gli uomini chiave del governo*, sembrerebbe possa essere questo il caso.
Si è tra le altre cose in attesa di altri annunci: diversi Stati dovranno discutere la possibilità di dotarsi di una riserva strategica di Bitcoin. Così come c’è da valutare la semi-promessa fatta da Trump di una riserva di livello federale.
Staremo a vedere: per ora il clima sembrerebbe essere di quelli giusti. Vedremo se la cosa produrrà degli effetti positivi – e concreti – per il settore – oppure se rimarrà soltanto uno spot elettorale, cosa che qualcuno teme ma che per il momento non si è verificato.
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