Che tipo di situazione viene fuori dal FOMC di ieri? In prima battuta ti abbiamo già offerto un’analisi fondamentale e questa mattina anche Alex Lavarello ha offerto una disamina più tecnica della situazione. C’è però anche da ragionare in aggiunta su quanto potrebbe accadere sul medio periodo, almeno per le crypto.
Un medio periodo che vuol dire da qui a qualche mese, ovvero per i primi mesi del 2025. C’è preoccupazione dopo la correzione di ieri, in particolare per chi era più esposto verso le crypto alt. Bitcoin ha tutto sommato tenuto, seguendo 1:1 quanto avvenuto nel mondo azionario statunitense.
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Un primo punto. Il crollo non è stato specifico del mondo crypto. I principali indici azionari degli Stati Uniti non hanno fatto per niente meglio. Anzi, hanno avuto dei movimenti molto più preoccupanti, se vogliamo, rispetto al mondo crypto, che a correzioni di qualche punto percentuale sono più che abituati.
FOMC ha indicato ieri di aspettarsi un percorso verso il aglio di tassi più contenuto rispetto a quanto preventivato. In breve: ci saranno meno tagli nel 2025 rispetto a quelli che si ritenevano essere corretti a settembre (data dell’ultima pubblicazione di queste previsioni, che vengono fuori soltanto una volta ogni 3 mesi).
Anzi, non lo sono quasi mai. In realtà sono più una fotografia del momento che una proiezione affidabile di quanto accadrà in futuro. Questo vale sia per le previsioni sulla disoccupazione, che per le previsioni invece su inflazione e anche sui tagli. Anche se siamo in minoranza, inviteremmo tutti a mantenere la calma e a prendere queste previsioni per quello che sono.
C’è un problema di fondo dei mercati: tendono a recepire soltanto le informazioni scioccanti sul breve e ignorano le altre, quelle che permetterebbero di avere valutazioni più congrue sul medio periodo. Non è un problema soltanto di chi investe in Bitcoin e crypto, ma anche e soprattutto di chi opera sui mercati tradizionali.
Che tipo di informazioni positive c’erano nel classico report del FOMC/Fed? Il primo è che il PIL USA si terrà su livelli più che buoni. Il secondo è che la disoccupazione, nella peggiore delle previsioni, si terrà comunque intorno al 5%. Anche questo è un numero che difficilmente fa il paio con una recessione.
Perché ci interessa così tanto la recessione? Perché riteniamo che in realtà si tratterebbe di un evento pessimo anche per il mondo crypto e Bitcoin. Cosa che non molti sembrerebbero aver inteso e che per noi, sul medio periodo, rimane invece il tema centrale.
Le reazioni della politica monetaria dipenderanno anche da quanto farà Donald Trump una volta diventato presidente. È l’eterna lotta tra politica fiscale e politica monetaria: per ora sembra che ci siano sul tavolo dei tagli importanti alla spesa pubblica, almeno quella improduttiva. E preoccupano anche i dazi, che potrebbero avere un effetto importante sull’inflazione di breve.
Forse il cincischiare di Fed – anzi, JPow lo ha parzialmente ammesso – dipende anche da questa incertezza. Probabilmente il quadro già a febbraio e marzo sarà più delineato. E potremo prendere delle decisioni più informate.
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