Oggi non è soltanto il giorno delle tre streghe, ma anche il giorno del PCE, indice dei prezzi che è ritenuto da Federal Reserve di massima importanza per capire a che punto si è nella lotta all’inflazione. Il dato arriverà alle 14:30 ora italiana e qui troverai tutti gli strumenti importanti per capire come potrebbe impattare sui mercati.
Un PCE più alto delle previsioni potrebbe complicare ulteriormente il percorso dei tagli e dunque avere effetti negativi sul mercato, peggiorando un quadro già non ottimale. Un dato invece più basso delle previsioni potrebbe essere spunto che permetterà ai mercati di respirare. In concomitanza ci saranno i dati anche sul personal income e sul personal spending mese su mese.
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È una giornata di ulteriori tensioni macro. Alle 14:30 avremo infatti diversi dati in grado di condizionare le prossime decisioni sui tassi di interesse, decisione che è alla base delle preoccupazioni che i mercati hanno vissuto in questi giorni.
DATO | PREVISIONI | PRECEDENTE | IMPORTANZA |
---|---|---|---|
CORE PCE | 0,2% | 0,3% | ⭐⭐⭐ |
Personal Income | 0,4% | 0,6% | ⭐⭐ |
Personal Spending | 0,5% | 0,4% | ⭐⭐ |
PCE Price Index YoY | 2,5% | 2,3% | ⭐⭐⭐ |
Sono dati che riguardano principalmente il PCE, ovvero il Personal Consumption Expenditures Price Index. È un indice che include più beni rispetto all’inflazione classica e che è in grado di riflettere anche l’andamento dei costi dei servizi offerti dal settore pubblico.
La versione Core è – come nel caso dell’inflazione classica – la lettura dell’indice escludendo quelli che sono i prezzi di energia e settore alimentare, che sono storicamente più volatili e dunque inquinano la lettura.
È un dato importante perché valuta quanto finisce nelle tasche degli individui e dunque può anticipare quelli che saranno i pattern di consumo futuri. È un indicatore importante della salute dell’economia prevista. Stessa cosa per il Personal Spending.
I mercati preferirebbero dati in grado di favorire i tagli ai tassi nel corso del 2025.
Ci si aspetta, secondo il consenso degli analisti, un rialzo rispetto alla precedente lettura. Ogni dato sotto il 2,5% anno su anno sarebbe da considerarsi come positivo.
Qui è più difficile. Da un lato è importante capire che un’economia in salute è un invito per Fed a tagliare meno in futuro. Dall’altro dati molto al di sotto delle aspettative potrebbero aumentare le preoccupazioni di un mercato che in stato di massima agitazione.
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Relativamente tanto da 3 mesi fa, almeno secondo le intenzioni di Federal Reserve, che ora vede l’inflazione come una minaccia che potrebbe tornare a fare paura più del rallentamento dell’economia. Questo però è probabilmente il miglior quadro possibile, perché potrebbe effettivamente permettere di evitare una recessione che sarebbe la peggiore delle evoluzioni possibili anche per i mercati crypto.
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