Arrivano i dati del mercato del lavoro USA, nonostante in Italia sia ancora pienamente vacanza. Il 26 dicembre però, almeno negli Stati Uniti, è un giorno come un altro e dunque eccovi quelli che sono i dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione.
I dati che sono arrivati fissano a 219k le richieste di sussidi, contro una lettura precedente a 220k e previsioni che le davano a 224k. Niente di fatto, per quanto si tratti di un dato che rappresenta un mercato del lavoro leggermente più in salute.
A fare da contraltare ancora una volta ci sono poi i dati sulle richieste di sussidio continuative, quelle sì più alte sia delle previsioni sia del dato precedente.
Come siamo messi negli USA con il mercato del lavoro?
Bitcoin non dovrà preoccuparsi eccessivamente dei dati che sono arrivati dalle richieste di sussidi di disoccupazione. Richieste che sono ferme a 219k – per quanto concerne quelle “nuove”- e con le continuative che invece salgono a 1910k. Un dato alternato, nel senso che se è vero – come accaduto per la scorsa lettura – che ci sono meno nuove richieste (in modo quasi impercettibile), è vero che quelle continuative crescono.
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I dati si riferiscono al passato e non sono indicatori di risultati futuri.
Siamo comunque in un limbo di difficile lettura, tant’è che alla pubblicazione del dato la reazione di tutto il mercato è stata minima, in attesa che si aprano le contrattazioni di una giornata di vacanza in Italia, ma he altrove vedrà trader e operatori darsi da fare come in un giorno qualunque.
Perché sono importanti?
Si tratta di dati molto importanti perché uno dei fattori di cui Federal Reserve tiene conto per decidere sui futuri tagli ai tassi di interesse. Le richieste di sussidi di disoccupazione sono un termometro al contrario dell’andamento di questo mercato: più sono le richieste di sussidi, più freddo e problematico è il mercato del lavoro.
Mercato del lavoro che – ripetiamo le parole di Jerome Powell – è in netto peggioramento rispetto ad una fase di surriscaldamento che era anche fonte di aumento dell’inflazione.
I dati di oggi non cambiano granché il quadro macro all’interno del quale dovremo muoverci nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, al netto di risposte di breve periodo da parte dei marcati.
Saranno altri i dati più interessanti ai quali guardare per capire come evolverà la situazione. In una settimana così particolare però, con un Natale infrasettimanale a dividere in due una settimana già corta, ci si attacca anche a questo.