Sì, cinque cose – tra le tante – che la stampa mainstream italiana non ha capito su Bitcoin e crypto e che è ora di chiudere, in termini di discussione, una volta per tutte. Nonostante l’aria sia cambiata nelle economie più sviluppate del mondo (vedi gli USA), la stampa italiana continua a non fare un passo in avanti rispetto alle critiche che aveva riservato al settore già nel 2017, nel 2018, nel 2019, ma anche nel 2020, 2021, 2022 e 2023.
Agenda? Non crediamo. Nessuno affiderebbe alcun tipo di agenda a chi non riesce ad esprimere alcun tipo di pensiero sofisticato o quantomeno informato. Pigrizia? Più probabilmente sì, condita poi da qualche input da chi di quei giornali è inserzionista.
Nella sempiterna lotta alla disinformazione che si conduce su queste pagine, eccovi i 5 errori più comuni della stampa mainstream su Bitcoin e crypto. E il perché sono degli errori macroscopici.
No, le cose non stanno così, cari colleghi della stampa che conta
Su Bitcoin e crypto se ne scrivono da sempre di cotte e di crude. Letteralmente di tutti i colori, senza poi verificare che quanto si mette nero su bianco – e che bianco, quello dei principali giornali – sia vero.
- Non si sa chi controlla Bitcoin
Non è vero. Il punto è che Bitcoin non è controllato da nessuno e l’adesione a un set di regole condivise è assolutamente volontario. Qualcuno decide di cambiare una regola? Gli altri non la accetteranno. E se la accetteranno faranno parte di un altro network. Tutte le regole sono scritte nel codice, un codice che è aperto e che tutti possono verificare. Quindi no, nessun mistero: è tutto anzi alla luce del sole, al contrario di quanto spesso accade nel mondo della finanza tradizionale.
- Non si sa chi emette Bitcoin
Questo perché Bitcoin tecnicamente non è emesso. Per ogni blocco prodotto c’è un premio per chi ha appunto creato quel blocco, donando al network lavoro e sicurezza. Anche questo però è un sistema assolutamente trasparente, che tutti possono verificare (senza bisogno di supercomputer) e semplicemente prendendosi la briga di leggere un po’ di documentazione. Nessun mistero neanche qui.
- Bitcoin e crypto sono utilizzate dai criminali
Questo è vero. Il punto è che non sono veri i termini con cui presentano la questione i giornali. L’utilizzo per il riciclaggio o per il malaffare è minimo – e neanche il Tesoro USA è riuscito a dimostrarlo. È comunque caratteristica del buon denaro essere utilizzato da tutti. Credete che mafie, signori della guerra, trafficanti di armi e di organi non utilizzino dollari o euro?
- Le crypto sono soltanto speculazione
Se è vero che per molti le crypto non sono altro che speculazione, è altrettanto vero che di casi d’uso ce ne sono tantissimi anche se dovessimo rimanere soltanto nel campo da gioco della vecchia finanza. Bitcoin è il più solido asset monetario del mondo ed è utilizzato soprattutto in aree geografiche dove c’è molto poco da fidarsi delle autorità, monetarie e non. Ethereum è utilizzato anche da chi poi paga campagne pubblicitarie sui giornali mainstream: BlackRock, Franklin Templeton, ma anche UBS, Societe Generale e tanti altri grandissimi gruppi del settore bancario e assicurativo.
- Non c’è valore intrinseco
Il punto è che qui si contesta l’esistenza stessa del valore intrinseco. L’oro ha valore intrinseco per i suoi utilizzi in industria e gioielleria? Siamo seri? E l’argento? Davvero? E il dollaro e l’euro che tipo di valore intrinseco avrebbero, se non quello della quasi-certezza che qualcuno li accetterà in pagamento per beni o servizi?
Una storia da ridimensionare, che è ormai diventata ridicola al punto tale da esserlo troppo anche per i giornali mainstream italiani.
La domanda vera è perché si scrivono tali fesserie?
Per ignoranza? (studiate prima di scrivere – l’ordine dei giornalisti dov’è?)
Per volontà (corruzione? Chi è che paga?)