Home / Perché hanno vinto Bitcoin e crypto: la resistenza della politica italiana ultimo e vano tentativo CONTRO

BITCOIN CRYPTO VITTORIA

Perché hanno vinto Bitcoin e crypto: la resistenza della politica italiana ultimo e vano tentativo CONTRO

Sì, abbiamo già vinto. E non sarà la resistenza fiscale italiana a interrompere la corsa.

Se tutto il mondo ha festeggiato un anno straordinario per Bitcoin e crypto, in Italia e in Europa la sensazione è diversa. Anche se i gain sono stati importanti, anche se tutto sembra essere tornato a una normalità decisamente bullish, si avverte un po’ di amaro in bocca.

Nuove regole e nuove tasse fanno addensare qualche nube su un cielo che sarebbe altrimenti più che sereno. Questo approfondimento della domenica è però un inno all’ottimismo. Perché chi vi scrive pensa, magari peccando di eccessivo buon umore, che abbiamo vinto comunque. E che continueremo a vincere.

Più decentralizzazione, più libertà, più scelta: il cammino è chiaro e qualche opposizione, da parte di piccole organizzazioni politiche alla periferia dell’impero, non farà che rallentare un cammino inevitabile.

Il genio è uscito dalla lampada

Il genio ormai è uscito dalla lampada, e sarà molto difficile per la vecchia guardia del mondo delle banche e della finanze rimetterlo dentro. Bitcoin è ormai un asset riconosciuto in tutto il mondo, le infrastrutture DeFi fanno circolare capitali ben superiori a quelli delle piazze nostrane. Centinaia di migliaia di persone pagano, si fanno pagare, scambiano denaro e valore su reti che sono al di fuori del controllo di burocrati e di banchieri.

  • Guardare il bicchiere mezzo pieno

Se 10 anni fa qualcuno avesse immaginato un mondo dove è possibile mandare valore da un capo all’altro del mondo in pochi minuti (e in alcuni casi in pochi secondi) senza passare da intermediari, lo avrebbero preso per visionario – o per pazzo nel peggiore dei casi. E oggi invece la cosa è della normalità più assoluta.

Possiamo inviarci Bitcoin, USDT, USDC e tutto il resto delle crypto senza alcun tipo di problema, con enorme facilità anche nel convertire poi queste valute in fiat. Tante rimesse viaggiano già su questi canali, tanti servizi di pagamento permettono di fare acquisti online utilizzando le crypto. Di strada, anche se spesso si pensa soltanto a quanto ancora si dovrà fare, ne è stata percorsa già tanta.

  • Non sarà una tassa a arrestare il settore

Le tasse in Italia erano già tra le peggiori al mondo e diventano ancora più gravose con quanto è stato approvato nell’ultima legge di bilancio.Sarà un problema per chi investe? Certamente a nessuno piace pagare più tasse, quando se ne pagavano già più che a sufficienza.

Tuttavia, è bene anche ridimensionare l’impatto che le scelte dell’Italia ha a livello mondiale. Siamo un piccolo Paese, e siamo ancora più piccoli in termini finanziari. Con l’onda lunga di quanto sta avvenendo negli USA (che è di segno opposto a quanto si sta facendo in Italia), si avrà modo anche in Italia di tornare indietro, oppure di decidere di suicidarsi finanziariamente, ancora una volta.

  • Anche la finanza classica si sposterà onchain

Il che non vuol dire che sia una buona cosa per chi detiene crypto, ma è comunque un trend con il quale anche i mercati tradizionali più primitivi (sì, parliamo ancora una volta di quelli europei), dovranno fare i conti. Di strada ne è stata fatta tanta – con l’impegno di gestori come BlackRock, Franklin Templeton, ma anche Société générale, DB e tanti alti istituti.

Basti anche guardare al progetto del MAS di Singapore, che coinvolge i principali istituti bancari del mondo nell’esplorazione di quanto può offrire questo settore.

C’è tanto ancora da fare, c’è tanto ancora da spingere, c’è ancora tanto da rivoluzionare, ma anche su questo specifico aspetto siamo nella direzione giusta.

Iscriviti
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments