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FAKE STAMPA

Perché la vecchia stampa italiana ODIA BITCOIN. Cronaca di un 2024 di attacchi e colpi bassi

Perché la stampa italiana odia così tanto Bitcoin? Piccolo profilo dei giornali del nostro Paese.

Perché tutti i giornali italiani sembrano odiare Bitcoin? Da quando $BTC ha rilevanza su scala mondiale, la stampa è stata raramente morbida verso un asset che ora è spinto anche dai giganti di Wall Street – gli stessi che spesso comprano spazio pubblicitario su suddetti giornali.

Questo però è valso a poco: il 2024 è stato l’ennesimo tripudio di articolesse contro Bitcoin, contro chi ci investe e contro la possibilità che sia qualcosa di diverso di un giochino per gli speculatori.

Non siamo psicologi, non siamo tantomeno psichiatri, ma pensiamo di conoscere relativamente bene i sentimenti che animano tanti specialisti di finanza italiani, che in realtà scrivono su testate il cui prestigio è in declino da anni.

L’odio per il nuovo

È una delle cifre distintive del nostro Paese e soprattutto delle sue sedicenti elite, quel fermate il mondo, che io voglio scendere, perché qualche decennio fa tutto andava per il verso giusto.

Un riflesso che è tipico di tutti i paesi in difficoltà e che si sono lasciati alle spalle benessere, rilevanza sullo scacchiere internazionale e possibilità di rimanere al top.

Il giudizio impietoso verso l’Italia non è il nostro: è semplicemente la narrativa che governa il discorso pubblico, sempre voltato a guardare cosa eravamo e non cosa potremmo essere.

I più anziani tra i nostri lettori si ricorderanno di quando, durante la crisi del 2009, l’allora ministro dell’Economia, sussurrava sornione che da noi non c’era mica da preoccuparsi. Le nostre banche, affermò, non parlano inglese. Come se questo fosse un vanto.

La situazione è cambiata poco: fatti salvi pochi eroi che siedono tra i banchi del parlamento, nessuno è pronto a difendere Bitcoin. Né tantomeno ad avere un atteggiamento aperto. Quello che scrivono i giornali ne é diretta conseguenza.

Chi paga le pubblicità

Il giornalismo dice da sempre di seguire il flusso di denaro. Il grosso dei giornali finanziari italiani ha legami – e non è certamente qualcosa di turpe, ci mancherebbe – con il settore bancario italiano.

È un settore infiltrato – legalmente – dal settore pubblico di cui sopra. E che si sostiene anche e soprattutto per le inserzioni pubblicitarie di banche che osteggiano da sempre l’arrivo di Bitcoin, o comunque il suo utilizzo.

Le banche italiane sono, a livello globale, tra le più ostili verso BTC e il settore. E influenzano – magari indirettamente – il modo in cui viene proposto sulla carta stampata.

Rischio? Per carità di Dio…

L’avversione per il rischio finanziario nel nostro Paese è ai massimi storici. Basti guardare che percentuale dei portafogli viene allocata sulle azioni e che percentuale invece finisce sui bond statali.

È un paese di cassettisti, di mattonisti, di libretti postali. E non ci si può aspettare granché di fronte ad un asset che ha delle variazioni di prezzo importanti anche all’interno della stessa giornata di scambi.

Tale avversione al rischio viene meno quando sono le banche a spingere prodotti spazzatura come bond argentini dei tempi che furono, bond bancari o di Parmalat. Ma questo è un mistero che preferiamo non indagare.

Perché fare Bastian Contrario…

Nel 2024 si è sviluppata un’altra tendenza: quella di andare controcorrente. Mentre il grosso della stampa USA inizia ad affrontare il tema Bitcoin in modo più serio e misurato, la stampa italiana decide di organizzare la resistenza.

Gli americani fanno A? Noi che siamo italiani non possiamo che fare B, in quella che – non ce ne vogliano i colleghi – appare sempre di più come una posizione di quelle che mi si nota di più se non vengo o se vengo e rimango in disparte?

Per gli appassionati di Bitcoin e crypto c’è però una buona notizia: i giornali sono sempre meno venduti e meno credibili – e quella che sembrerebbe essere una battaglia in prima fila, è soltanto la stanca pubblicazione di editoriali che non legge nessuno, se non per deriderli.

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