Bitcoin compie oggi, 3 gennaio 2025, 16 anni. Sono tanti, per un progetto che per più della metà della sua esistenza è stato bollato come tentativo inutile e sgangherato di creare un sistema monetario. Di acqua sotto ai ponti ne è passata tanta, gli atteggiamenti verso Bitcoin sono cambiati (soprattutto quando considerato come asset) e il fronte anti comincia a sfaldarsi.
Prima di cantare vittoria però, è bene fermarsi a guardare anche al futuro. Di sfide ce ne sono tante, alcune sono state parzialmente perse e alcune possono essere ancora vinte. Tanta strada, che nessuno avrebbe mai immaginato di poter percorrere, che però non deve essere una scusa per smettere di essere ambiziosi, per volere tutto – e non solo in termini di ricchezza personale.
Bitcoin è molto di più di un asset: è un esperimento riuscito per cambiare il mondo. Lo sta cambiando e – con lo sforzo di tutti – potrà cambiarlo molto di più. Tanti auguri Bitcoin – e 100, 1.000, 100.000 di questi giorni.
Il genesis block, il primo blocco della timechain di Bitcoin, è ormai un pezzo di storia noto anche a chi non è esattamente un appassionato del settore. Dentro lo storico titolo di The Times sul salvataggio delle banche, a marcare la natura anche politica dell’impresa che si stava avviando in quei giorni.
Oggi Bitcoin è nei forzieri di stati, grandi gestori di capitali, risparmiatori insospettabili che non riescono a farne a meno. Ma ci sono anche 5 sfide per il futuro che devono essere il punto di partenza per ciò che tutti cercheremo di fare una volta finiti i festeggiamenti.
Il 30 dicembre anche in Europa è stata implementata la cosiddetta Travel Rule: gli intermediari devono certificarsi di chi stia inviando Bitcoin e del proprietario del wallet di prelievo. È l’estensione di regole del FATF anche al mondo di Bitcoin.
Vero: Bitcoin non ha bisogno di intermediari. Il presidio militare e finanziario che le autorità hanno organizzato intorno agli altri canali però sarà un ostacolo enorme per tanti onesti cittadini. E è una questione che va combattuta al di fuori della timechain. Perché, come concordò anche Satoshi, non è detto che le battaglie politiche si possano vincere soltanto con il codice.
Siamo stati così piccoli e insignificanti per così tanto tempo che ogni tipo di appoggio, di simpatia, di apertura, ci è sembrato qualcosa da festeggiare e sostenere.
Non siamo più però nell’età dell’immaturità di Bitcoin e delle sue community. Ci sono società che offrono servizi a tema Bitcoin che sono più che contente con la versione castrata che piace alla finanza: una visione di Bitcoin come semplice asset che snatura la grandezza di Bitcoin.
Lungi da noi dichiarare amici e nemici, ma non ci sottrarremo dall’invitare tutti a valutare le vere motivazioni di chi ora sostiene Bitcoin. Che si tratti di stati, di società di custodia e prestiti e più in generale di operatori di settore.
L’umanità ha bisogno più di un circuito monetario libero che di un asset scarso. Chi vuole proteggersi dalla svalutazione monetaria ha tanti altri strumenti per farlo – e potrebbe fare a meno di Bitcoin. Ciò che è unico di Bitcoin è il network monetario aperto e verificabile, che non ingabbia gli utenti.
Che non li espone al rischio di debanking e che offre massima autonomia a chiunque voglia raccoglierla. Mai dimenticare il network, che è la parte più importante. E qual è la migliore pubblicità per il network? Usarlo, farlo usare: spendersi affinché tutti vengano a contatto con questa straordinaria realtà.
È un punto simile al secondo che abbiamo fatto poco sopra. Siamo così poco abituati a essere trattati come istanza legittima dall’infatuarci troppo spesso di personaggi di spicco, che possono mettere sul tavolo tanti soldi (e nel caso dei presidenti, tanta forza… pubblica).
Bitcoin è nato per essere senza capi, tant’è che Satoshi Nakamoto ha preferito far perdere le proprie tracce piuttosto che diventare una sorta di Colonnello Kurtz degli invasati contro le banche centrali.
Abbiamo, anche dopo 16 anni, la tendenza a credere di essere noi gli outsider che devono recuperare. Non è così: Bitcoin funziona meglio dei circuiti monetari classici, è più sicuro e resiste anche agli attacchi.
Sono loro, gli altri, a dover dimostrare di essere anche lontanamente paragonabili a Bitcoin. Essere consci, dunque, della superiorità del codice e della matematica rispetto ai capricci politici.
Per il resto, tanti auguri Bitcoin: che bello vederti qui, così forte, così bello, così vero e così libero.
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