Le buone performance del mercato crypto sono da sempre – purtroppo – un’occasione d’oro per truffatori, cialtroni, arraffoni e fenomeni da baraccone per metterti le mani in tasca. E se vorrai uscire indenne – e magari con buoni profitti – da questa bull run, dovrai imparare a riconoscere le buffonate e le semi-truffe.
C’è una cattiva notizia: chi promuove certi scempi ha dei capitali importanti e può continuare a pubblicizzarli, con la complicità di pubblicazioni, blog e siti senza scrupoli, che guardano soltanto al profitto di breve periodo, a tue spese.
C’è però anche una buona notizia: puoi riconoscere facilmente quando certe proposte sono ai limiti della truffa – e quando comunque c’è da starne il più possibile alla larga, senza acquistare nulla e senza regalare il proprio denaro a certi personaggi.
…ti faranno perdere fino all’ultimo centesimo che investi. Ci sono segnali che puoi individuare facilmente e che dovrebbero metterti in guardia – e quantomeno far riflettere su quello che può davvero succedere quando non presti attenzione.
Se un contenuto è sponsorizzato e parla di guadagni facili, al 99% è un meccanismo truffaldino. Funziona in modo semplice: si paga (fior di quattrini) un sito senza scrupoli. Quel sito pubblica un comunicato stampa pieno di fandonie, nessuno se ne prende la responsabilità. E intanto la crypto fenomenale circola sui giornali e qualcuno finisce per credergli.
Quando un contenuto è sponsorizzato e propone un acquisto, ci sono ottime probabilità che ci sia qualcosa che… non va.
Uno dei metodi maggiormente abusati da queste campagne è il seguente: si prende una crypto che sta correndo molto e si scrive un titolo nella forma: [CRYPTO] fa +200%, ma ecco chi farà meglio.
I titoli sono spesso in questa forma e puntano a farti diventare avido: perché dovresti perderti occasione di fare ancora meglio di chi sta già… facendo benissimo?
Anticipare listing è il grosso delle volte un’operazione truffaldina. Gli exchange comunicano direttamente quando è stata presa la decisione di listare un token.
E se non ci sono comunicazioni ufficiali, ogni post che affermi l’arrivo di un listing è fatto per spingerti all’acquisto di paccottiglia che probabilmente non vedrà mai un exchange.
Occhio: spesso tali token vengono anche listati da exchange ai limiti della truffa, che hanno come unica ragion d’essere incassare denaro da chi gestisce certi progetti.
Ne abbiamo visti tanti in passato: da quelli che si spacciavano per ETF a quelli che utilizzano il nome di Bitcoin con l’aggiunta di un’altra parola.
Ci sono stati quelli che hanno copiato il nome di aziende di Musk e quelli che hanno lasciato intendere vicinanza a progetti di grande successo come ad esempio Pepe.
Quando il nome è troppo famoso per essere vero, stai in guardia, perché ci sono ottime probabilità che si tratti di una truffa o quasi.
Le pre-sale sono difficilmente aperte a chiunque. E anche quando il progetto è serio e decide di permettere a tutti di comprare il token, difficilmente lo fa comprando articoli su testate di seconda fascia.
Si tratta tra le altre cose di modalità di invito all’investimento che sono illegali (e lo sono per un ottimo motivo). Quando leggi pre-sale e ti viene spacciata come una grande occasione, è il caso di prestare ancora più attenzione.
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