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DATI CROLLO JOLTS

Ecco il perché del CROLLO Bitcoin e crypto: dati economia USA TROPPO BUONI

I dati dell'economia USA sono troppo buoni. E allontanano i tagli che erano stati sognati dai mercati.

Scarico importante sulle piazze USA alle 16:00. Forse è eccessivo parlare di crollo, per quanto Bitcoin sia tornato sotto i 100$ in movimento pressoché verticale, trascinandosi dietro tutto il comparto. A pesare sono i dati (troppo buoni) sull’economia USA, per una volatilità che era sì attesa, per quanto però fosse difficile capirne il verso.

JOLTS e ISM Services PMI raccontano di un’economia USA che ha un mercato del lavoro forte e un andamento almeno per il momento più che solido, allontanando gli spettri di una recessione ma al tempo stesso riducendo lo spazio per un taglio a gennaio dei tassi, spazio che era però già ridotto al minimo.

Una questione che impatterà tutto sommato solo sul breve periodo, per quanto chi era con posizioni a leva aperte in modalità long si stia leccando le ferite. Vediamo insieme cosa c’è da sapere.

Lavoro e economia USA fanno molto bene: correzione / crollo del mondo crypto

Sì, le buone notizie sono talvolta brutte notizie. I dati sui JoLTS Job Openings e ISM PMI raccontano un quadro che almeno sul breve e brevissimo periodo è poco incoraggiante per Bitcoin. Nello specifico:

  • 8,098 milioni di posti di lavoro segnati da JOLTS, contro aspettative di poco superiori a 7,70. Un dato molto distante da quello delle aspettative e che ha contribuito a gettare nello sconforto i mercati.
  • ISM a 54,1 per i servizi, con aspettative che erano invece fissate intorno a 53.

Ti ricordiamo che Federal Reserve decide esclusivamente basandosi su andamento dell’economia e mercato del lavoro – e che i dati in questione sembrano giustificare tutto tranne un taglio già a gennaio. Taglio a gennaio che – fa fede il grafico che alleghiamo – era già ritenuto estremamente improbabile.

tagli fed stima
Tagli ancora più improbabili

E ora? Cosa è cambiato?

Tutto sommato nulla. I mercati hanno già scontato l’assenza totale di tagli a gennaio e dati diversi – venerdì ad esempio c’è la disoccupazione USA – potrebbero contribuire a recuperare il gap che si è creato oggi.

Per il resto, sono dati sì importanti, ma che non aggiungono nulla al quadro che già conoscevamo: Federal Reserve infatti si era già detta molto scettica della possibilità di continuare a tagliare a ogni meeting del FOMC, cosa che è stata confermata in modo perentorio anche da Jerome Powell durante l’ultima conferenza stampa.

Nel complesso non cambia nulla e sul medio e lungo periodo è probabilmente il migliore degli scenari possibili: ovvero quel soft landing che tutti sognavano ma che però, quando si materializza, colpisce il trading di breve periodo, che è invece molto più goloso di liquidità.

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