Nessuna notizia è la notizia migliore. Dopo che ieri notizie troppo buone sull’economia USA hanno causato un’importante correzione, che ha colpito in modo importante soprattutto gli altcoin, i dati di oggi sui sussidi di disoccupazione non aggiungono assolutamente nulla al discorso sull’andamento macro.
Ed è una grande notizia, in attesa di quelli che saranno i dati più importanti della settimana, ovvero i dati sulla disoccupazione che arriveranno venerdì alle 14:30 ora italiana.
Cosa succede al mercato del lavoro? E perché dovrebbe interessare il mondo cripto e Bitcoin? Che tipo di scenario macro possiamo aspettarci?
I numeri più importanti della settimana arriveranno venerdì, ore 14.30 italiane, prima dell’apertura dei mercati USA alle 15:30. Sono i dati sulla disoccupazione negli Stati Uniti, uno dei metri più importanti che Federal Reserve utilizza per decidere le politiche monetarie e dunque i tassi.
In realtà ci si aspetta un numero molto vicino al precedente, ovvero un 4,2%. Anche se si dovesse arrivare al 4,3% non sarebbe una tragedia. Sembrerebbe infatti essere smentita quella lettura che è circolata molto sui social e che parla di disoccupazione sempre in trend e incapace di lateralizzare, a meno di interventi della banca centrale.
È vero che Federal Reserve è già intervenuta con i tagli, ma è altrettanto vero che sono stati tagli relativamente modesti e che non hanno portato gli Stati Uniti in territorio espansivo.
Sul breve periodo: una disoccupazione più alta delle aspettative sarebbe salutata con un rialzo. Questo perché aumenterebbe le possibilità di tagli sul breve periodo, per quanto questi siano ormai completamente fuori discussione per gennaio.
Sul medio e lungo periodo: una disoccupazione che inizia a correre significherebbe necessità di intervento importanti da parte di Fed. Significherebbe però anche l’arrivo sui mercati della recessione – con effetti che nessuno è in grado di valutare. Gli asset crypto sono storicamente risk on – e questa è una caratteristica che non sarebbe il caso di testare.
Per noi la migliore delle opzioni possibili rimane quella di un soft landing, accompagnato da un lento ritorno alla normalità, anche se questo dovesse significare una bull run meno esplosiva.
Non è un falco, ma non è neanche una colomba e per questo quello che afferma pubblicamente è così interessante per chi investe.
Waller ha affermato di essere pronto a votare altri tagli nel 2025 (il dotplot di Fed ne prevede almeno 2) ma di non sapere a che ritmo si procederà.
Questo perché – dice sempre Waller – dipenderà in larga parte dalla disoccupazione. Vedremo – venerdì dopo le parole di Waller assume un’importanza ancora maggiore.
I dati di oggi sono l’ennesimo calcio in avanti alla lattina – che però non può dispiacerci in un contesto molto complicato – e che in tanti davano per recessivo soltanto qualche settimana fa.
Per ora l’abbiamo sfangata e non possiamo che rallegrarcene, per quanto la cosa piaccia poco a chi campa di click che arrivano solo con sparate sensazionalistiche.
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