Non c’è niente di notevole nei verbali del FOMC che avevano caricato di tensioni i mercati, compresi quelli di Bitcoin e crypto. In una seduta condizionata da dati del mercato del lavoro migliori e dunque peggiori per gli asset risk on, il FOMC con i suoi verbali decide di non infierire.
Non vi è nulla di nuovo rispetto a quanto Jerome Powell aveva affermato in conferenza stampa il 18 dicembre, quando furono appunto annunciati ulteriori tagli di 25 punti base, ma al tempo stesso modificato il dot plot indicando un percorso più lento verso livelli di interesse più bassi negli USA.
Non c’è nulla di nuovo, tant’è che i mercati non reagiscono, con qualche dettaglio interessante però per chi vuole guardare al medio e lungo periodo.
Chi ha seguito la live di Jerome Powell in diretta sul nostro Canale Telegram VIP conosce già il contenuto di quanto poi è stato rivelato dai verbali del FOMC, ma andiamo con ordine.
Sono i verbali della riunione che si tiene periodicamente negli USA e che decide sui tassi di interesse di riferimento. La riunione è di grande interesse per i mercati (anche Bitcoin e crypto) perché determina una delle grandezze più importanti per la finanza e l’economia.
Sono i verbali che fanno riferimento alla riunione del 18 dicembre. E c’è tanto di interessante, per quanto quasi completamente noto:
RISCHIO INFLAZIONE è percepito come più alto rispetto alla precedente riunione (minore probabilità di tassi).
ECONOMIA OK: il che vuol dire che la necessità di tornare in territorio espansivo con la politica monetaria.
MERCATO LAVORO SOLIDO: il che corrobora le ipotesi di cui sopra. Non c’è alcuna fretta, e in tanti dei membri del FOMC ritengono che ci si stia muovendo verso un atteggiamento – in termini di politica monetaria – più neutro.
In realtà poco, se non sul medio e lungo periodo – almeno se dovessimo considerare questi periodi in relazione ai tempi abbreviati che si vivono sul mercato crypto. Nel complesso c’è poco di cui essere preoccupati: siamo nel migliore scenario possibile e le cose, un anno fa, apparivano come molto più complicate.
Ci saranno poi tanti dati a gennaio che indirizzeranno ulteriormente i mercati, perché in grado di condizionare le scelte di politica economica.
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