Un ultimo dispetto dell’amministrazione Biden? Sembrerebbe essere questo il caso dei 69.000 Bitcoin circa che arrivano da sequestri legati al caso Silk Road e per i quali giudici hanno dato ok alla vendita lo scorso 30 dicembre. Un ok che sarà anche corretto sul piano procedurale, ma che solleva più di qualche questione.
Donald Trump infatti avrebbe intenzione di quantomeno evitare che gli USA cedano i Bitcoin ottenuti tramite sequestro – e una decisione come quella del 30 dicembre, arrivata con procedura rapida al massimo consentito dalla legge – ha davvero l’aspetto di un colpo basso.
Tutto questo mentre mancano 11 giorni al passaggio di consegne e – storicamente – si cerca di procedere soltanto con l’ordinaria amministrazione. Si potrà obiettare che la vendita di asset sequestrati sia ordinaria amministrazione, il che è vero. C’è però da tenere conto dell’insistenza con la quale la procura ha richiesto una procedura abbreviata.
Nonostante la decisione risalga al 30 dicembre scorso, soltanto oggi ne abbiamo la conferma ufficiale da parte di DB NEWS, fonte in genere molto affidabile su qualunque questione attenga al mercato crypto.
In ballo ci sono 69.000 Bitcoin legati al caso Silk Road e intorno ai quali si è scatenata ormai tempo fa una battaglia legale senza esclusione di colpi. Battle Born Investments infatti sostiene di aver acquisito il diritto a quei Bitcoin e ha sostenuto questo caso davanti ai giudici distrettuali nel 2022, davanti alla corte d’appello nel 2023 e infine nel 2024 davanti alle corti federali.
Il risultato è stato però sempre lo stesso: nessun riconoscimento della proprietà di Battle Born, con i Bitcoin in questione che sono considerati come proprietà degli Stati Uniti d’America che dovrà essere ceduta.
Non ci sono stati tuttavia spostamenti dei Bitcoin in questione. La situazione wallet degli Stati Uniti d’America è stata resa pubblica da Arkham già tempo fa. Non ci sono spostamenti da tempo e sospettiamo che serva comunque eventualmente del tempo per far finire questi Bitcoin sul mercato.
Questo a patto che non intervenga Donald Trump già il 20 gennaio, il giorno dopo il suo giuramento, ipotesi che è sul tavolo.
Abbiamo già indicato il 20 gennaio come data clou di un mese che è già ricco di appuntamenti che impatteranno sui mercati.
Secondo quanto è stato riportato da Reuters, diversi gruppi del mondo crypto stanno facendo lobby per avere un annuncio importante su Bitcoin e crypto già il 20 gennaio.
Potrebbe trattarsi della nomina della squadra che si occuperà di crypto, così come della creazione della Riserva Bitcoin di cui si parla da tempo. Una riserva che almeno negli intendimenti di Trump dovrebbe partire con lo stop alle vendite dei Bitcoin sequestrati durante i processi. In ballo anche sempre secondo Reuters,
Uno degli ordini in questo senso potrebbe esserci già il 20 gennaio. E per questi 69.000 Bitcoin potrebbe trattarsi di una lotta contro il tempo. Vedremo se finiranno o meno a mercato: la quantità è importante, per quanto in genere le procedure di vendita degli USA sono ponderate e si svolgono su archi temporali piuttosto lunghi. È troppo presto dunque per farsi prendere dal panico.
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