Oh mio Dio, stanno lavorando troppe persone! Nella lunga serie di assurdità dei mercati – ancora più assurde a chi non segue i ragionamenti di chi investe ai piani alti – c’è quanto accaduto nella giornata di venerdì. O meglio, quanto è avvenuto durante tutta la settimana per quanto riguarda i dati sul mercato del lavoro USA. Dati sul mercato del lavoro che sono stati largamente responsabili di una settimana tutto fuorché entusiasmante, sia per i mercati crypto e Bitcoin, sia per quelli tradizionali.
Dato che per molti è – ragionevolmente – incomprensibile quanto sta accadendo, ecco un approfondimento che spieghi le cause e i ragionamenti di secondo ordine che hanno causato una certa paura sui mercati in questi giorni.
Con una premessa: la situazione è molto migliore di quanto potrebbe sembrare sul breve periodo – e siamo forse nella migliore delle ipotesi possibili, data la situazione che si è sviluppata negli ultimi due anni. Una situazione che in molti ignorano e che invece dovrebbero imparare a conoscere per capire cosa ci aspetta da qui in avanti.
In principio era il COVID
I classici cicli espansivi e recessivi dell’economia sono stati alterati nel 2021 dalla pandemia COVID. Interruzione delle attività produttive e dei trasporti, se non per lo stretto necessario, hanno profondamente modificato il naturale svolgersi dell’economia.
Per far fronte alla crisi, il grosso delle economie hanno risposto iniettando enormi quantità di liquidità. Che sia stato il disallineamento tra domanda (difficilmente comprimibile sotto certi livelli) e offerta (falcidiata dalle interruzioni di cui sopra) o di un fenomeno strettamente monetario, le principali economie si sono trovate di fronte a un’inflazione che non si vedeva da circa 3 decenni.
Il grafico che riportiamo rappresenta la situazione negli Stati Uniti. Non solo si è avuta un’inflazione molto elevata, ma si ha tuttora difficoltà a tornare verso il target del 2%. In Europa la situazione è migliore, ma solo leggermente.
- Un intermezzo: le borse sono andate alla grande – e anche le crypto
Durante tutto questo periodo gli investimenti azionari e gli investimenti in Bitcoin e crypto sono andati alla grande. Questi ultimi hanno vissuto un ciclo bullish nel 2021, poi hanno corretto, poi per gli asset più importanti o sono tornati sopra ai massimi (vedi BTC) o comunque vicini.
La situazione macro fatta di tassi alti non ha interrotto una corsa che per gli asset risk on è stata, soprattutto in borsa, praticamente ininterrotta. Con un twist però: il grosso della crescita degli indici principali della borsa USA è imputabile alle cosiddette magnifiche 7, ovvero le principali sette aziende per capitalizzazione.
- Economia brillante? Dipende
Va fatta un’altra premessa: la preoccupazione principale, non 10 anni fa ma soltanto 3 mesi fa, era quella di una recessione. Noi ci eravamo sempre detti scettici (vedi il video), ma comunque era questa la preoccupazione principale per tutti gli operatori di mercato. E almeno in una piccolissima finestra di settembre, quella dentro la quale Fed ha deciso il taglio ai tassi da 50 punti base, anche per Federal Reserve.
Con il GDP/PIL americano che è in ottima salute e con questo mercato del lavoro, almeno per adesso possiamo tornare a concentraci sull’altro problema, quello dell’inflazione di cui sopra.
Ok, e perché i mercati soffrono?
Se l’economia va bene, perché i mercati soffrono? Se c’è più gente che lavora del previsto, di cosa si stanno preoccupando? Semplice: si stanno preoccupando del fatto che non ci sarà un fiume di liquidità a breve sui mercati.
Anche qui va fatta una premessa: tassi più bassi vogliono dire principalmente più liquidità nell’economia e nei mercati. E questa liquidità piace tanto.
Con i dati del mercato del lavoro che invece testimoniano una situazione tutto sommato di ottima salute, Federal Reserve ha molte meno ragioni per tagliar e i tassi e dunque aprire al fiume di liquidità di cui sopra.
E quindi sì, sebbene ci siano degli ottimi segnali che arrivano dall’economia, i mercati si preoccupano. La giornata di ieri è stata emblematica per NASDAQ 100 e anche per Standard & Poor’s 500 – indici che sono i più rappresentativi almeno dell’andamento delle principali aziende degli Stati Uniti per capitalizzazione di mercato.
Perché non è un male?
Non vogliamo essere eccessivamente ottimisti, ma partiamo da un assunto. I mercati in questo momento ritengono che nel 2025 – date le condizioni – ci saranno al massimo 2 tagli da 25 punti base negli USA e più probabilmente 1 soltanto. Questo vuol dire che sono con le peggiori aspettative possibili riguardo una grandezza fondamentale dell’economia.
Se con queste aspettative siamo con Bitcoin comunque intorno ai 95.000$, allora non tutto è perduto. Capiamo benissimo che le correzioni di breve possano spaventare, ma siamo lontani da una crisi.
- La recessione
L’alternativa è avere un’economia con dati che sono molto più vicini a quelli che ci aspetteremmo da una recessione. Bitcoin e crypto non ne hanno mai affrontata una vera (fatto salvo il periodo COVID di cui sopra).
Siamo proprio sicuri di volerla sperimentare o anche soltanto rischiare, soltanto in virtù di guadagni di breve periodo? Ripetiamo quanto abbiamo già scritto negli scorsi giorni: per un quadro di questo tipo, quello attuale, c’è chi avrebbe dato tutto. E noi siamo tra quelli.