La settimana che si apre domani, lunedì 13 gennaio, è in realtà ricca di appuntamenti che potrebbero modificare l’andamento di mercato, anche per Bitcoin e crypto. La settimana sarà dominata dal dato di mercoledì 15 gennaio, quando alle 14:30 sapremo di più dell’inflazione USA. Inflazione che è uno dei dati principali che Fed utilizzerà per decidere la futura politica monetaria.
Una politica monetaria che interessa da vicino i mercati, che sognano più liquidità il più possibile a stretto giro. E che dunque sognano tagli che però per l’appuntamento di fine gennaio sono ormai fuori dai giochi, a meno di un dato assolutamente clamoroso per quanto riguarda l’inflazione.
Gli Stati Uniti, lo ricordiamo a chi non avesse seguito da vicino i mercati negli ultimi mesi, stanno incontrando maggiori difficoltà a tornare verso il target del 2%, con un ritorno a tassi più bassi che è già più lento di quello europeo e che con ogni probabilità continuerà a esserlo.
Il dato arriverà mercoledì 15 gennaio, quando in Italia saranno le 14:30 e dunque 1 ora prima dell’apertura dei mercati USA per quella giornata. Il dato è il CPI classico, accompagnato dal CPI Core: due misure dell’andamento dei prezzi che sono fondamentali per Fed. Fondamentali perché è su questi dati che si decide la politica monetaria e perché dal mercato del lavoro sono arrivati la scorsa settimana dati che costringono a temporeggiare con i prossimi tagli. In basso l’andamento dei tassi negli USA.
Tagli che almeno sul breve periodo farebbero bene sia a Bitcoin sia al resto del mondo crypto: sarebbero un segnale verso il ritorno di liquidità aggiuntiva sui mercati che da sempre è un evento favorevole per gli asset di rischio.
Difficilmente ci sarà un dato molto diverso dalla lettura del mese precedente. L’inflazione negli USA sembrerebbe essere statica, nonostante si sia ormai da più di un anno su livelli di tassi in territorio restrittivo.
La lettura più probabile è quella di un +2,8%, in aumento anno su anno rispetto al mese precedente. Per quanto riguarda l’inflazione mese su mese, ci si aspetta un +0,3%.
Discorso solo parzialmente diverso per l’inflazione Core, che elimina dal conteggio sia il settore alimentare sia quello energetico, che sono storicamente più volatili. Siamo qui ancora più in alto, con gli analisti che si aspettano la conferma del +3,3% del mese scorso.
I valori di cui sopra devono ritenersi come già scontati. Sarà un dato eventualmente diverso da quello di cui sopra a innescare le reazioni più violente.
In breve: inflazione più alta delle aspettative, evento negativo per i mercati. Inflazione più bassa delle aspettative, evento positivo per i mercati.
A ogni modo, in avvicinamento al dato, e quindi alle 14:30 di mercoledì, è previsto un aumento della volatilità. Chi è con posizioni importanti a leva dovrebbe contemplare la possibilità di proteggere tali posizioni o di ridurre l’esposizione.
Martedì, il giorno precedente, ci sarà inoltre il PPI, altro dato di enorme importanza, al quale dedicheremo però uno speciale più approfondito.
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