Il mondo crypto è percepito in modo molto diverso da generazione a generazione. E chi è più giovane sembrerebbe essere maggiormente propenso a vedere questo tipo di strumenti anche in ottica pensione. È questo quanto emerge da una recente ricerca* di Bitget – qui per il bonus assurdo da 1200$ gratis – e che offre una fotografia molto interessante di ciò che la Generazione Z e la Generazione Alpha pensano delle crypto in relazione al loro futuro finanziario più importante.
Uno su cinque degli appartenenti a queste due generazioni punta sulle crypto per il proprio futuro pensionistico, anche quando messi a paragone con altri strumenti classici, come gli investimenti immobiliari, le pensioni private e i risparmi tout court.
Cosa ancora più interessante: più del 40% tra gli appartenenti a queste generazioni hanno già investito nel mondo crypto, segno che non si tratta soltanto di opinioni, ma di operazioni effettive e di apertura con skin in the game.
Gli interessanti numeri della ricerca di Bitget
La ricerca di Bitget è interessante per più questioni. I numeri raccolti sono sorprendenti, anche per chi come noi segue giorno dopo giorno le evoluzioni di questo mercato ed è a stretto contatto con decine di migliaia di appassionati. Ma partiamo dai numeri duri e puri:
- Il 78% ha più fiducia nei sistemi cosiddetti alternativi che nei fondi pensionistici classici;
- Il 20% è aperto alla possibilità di ricevere la propria pensione direttamente in crypto;
- il 40%+ ha già investito in criptovalute;
- Il 73% non ha molto chiaro come funzionano le pensioni tradizionali, per loro stessa ammissione.
Il quadro che emerge è interessante su più punti: in primo luogo la volontà – o comunque l’apertura alla possibilità – di ricevere il proprio trattamento pensionistico in Bitcoin o crypto. Qualcosa che forse fino a qualche anno fa – e per le generazioni invece più anziane – sarebbe assolutamente inconcepibile.
Il secondo punto certamente interessante è che in pochi credono di avere contezza di come funzionino i piani pensionistici classici: una distanza enorme con il mondo della finanza e del risparmio tradizionale che gli intermediari non sono stati in grado di colmare e nel quale invece sembrerebbe essersi infilato senza fare troppi complimenti il mondo crypto e Bitcoin.
Per le generazioni più giovani, soprattutto
Sembrerebbe trattarsi comunque di un fenomeno che ha la massima forza tra i più giovani, ovvero tra quelle generazioni che possiamo considerare come digital native. Sul tema si è anche espresso il CEO di Bitget, Gracy Chen:
Questo è un campanello d’allarme per il settore finanziario. Le generazioni più giovani non si accontentano più di sistemi pensionistici universali. Sono alla ricerca di soluzioni moderne che offrono maggiore controllo, flessibilità e trasparenza
Una distanza che c’è – e che aggiungiamo noi è anche il risultato di un mondo bancario e del risparmio troppo focalizzato sulle esigenze delle generazioni più ricche e già nella fase calante della propria vita produttiva, forse un campione di clientela più facile da servire e al quale è più facile vendere certi prodotti.
Prodotti che al contrario del mondo crypto offrono molto meno in termini di controllo delle somme e in termini di trasparenza.
Un invito a modernizzare il “vecchio” sistema?
Si potrebbe leggere anche così la ricerca di Bitget. Il mondo finanziario classico ha evidente bisogno di ammodernarsi e soprattutto di tenere in conto anche quelle che sono le chiare preferenze del pubblico più giovane.
Crypto, ma anche maggiore trasparenza e maggiore contatto (che prevede anche una formazione autentica) con quelle generazioni che, almeno oggi, preferiscono far per conto proprio grazie agli strumenti che vengono offerti dal mondo crypto e Bitcoin.