Come se non fosse abbastanza l’indecente gazzarra che si era scatenata in Europa, ieri il CEO di Coinbase, Brian Armstrong, ha rincarato al dose sull’ormai eterna lotta tra blocco USDC e blocco Tether. Una questione che vede i due combattere per spartirsi quasi la totalità del mercato stablecoin e gli enormi profitti che questo genera.
La battaglia sembrerebbe voler proseguire, almeno da uno dei due lati, a colpi forse non bassi, ma utilizzando quel venticello reso celebre dalla cavatina di Don Basilio. In una lunga semi-intervista rilasciata a The Wall Street Journal, il capo di Coinbase ha infatti affermato che rimuoverà dal proprio exchange la possibilità di utilizzare USDT Tether se la legge dovesse imporglielo. Si parla ovviamente di Stati Uniti, perché in Europa l’exchange di cui sopra ha già rimosso Tether senza che – apparentemente – ci sia alcun tipo di obbligo di legge.
La guerra continua. E per capire chi è contro chi, cosa c’è in ballo e perché non verremo a capo dell’intera questione, è bene fare il punto della situazione. Quello che è successo, quello che sa succedendo e quello che succederà, anche e soprattuto negli Stati Uniti.
Come fanno i telecronisti bravi, prima di parlare del match e dei suoi protagonisti, è bene descrivere lo stadio. O in questo caso l’arena. L’intervista è ospitata su The Wall Street Journal, territorio non esattamente neutro, dato che il giornale ha ospitato campagne anti-Tether con una certa frequenza. Per capire il clima – guardando alla curva di casa – basterà indicare come viene presentato Tether prima dell’intervista.
Tether, che è ancorato al dollaro 1:1, è la criptovaluta più scambiata al mondo, ma le autorità stanno indagando il suo uso da parte di una pletora di gruppi criminali, evasori di sanzioni e organizzazioni terroristiche.
Analizzato il clima, passiamo alla cosa interessante che è stata raccolta dall’intervista. Brian Armstrong di Coinbase, exchange americano quotato in borsa, cassaforte degli ETF, broker degli stessi ETF e scambio assai popolare, ha detto di essere pronto a rimuovere Tether dal suo exchange, nel caso in cui la legge dovesse imporglielo.
Fin qui niente oltre il lapalissiano: se la legge impone qualcosa, un exchange che opera nella legalità, non può che obbedire.
La parte più piccante dell’intervista. Perché Coinbase ospita ancora Tether? A giustificazione della presenza della criptovaluta dei criminali, almeno secondo l’introduzione di WSJ, Brian Armstrong afferma:
Ci tante persone con Tether, e vogliamo offrirgli una via d’uscita, vogliamo aiutarli a spostarsi verso un’alternativa che crediamo sia più sicura.
Il riferimento è a USDC, ovvero l’altro stablecoin degno di nota nel mondo crypto. Vale circa 1/3 di Tether in termini di capitalizzazione e però 1/10 in termini di volumi. Va aggiunto – o forse avrebbe dovuto aggiungerlo già in apertura WSJ per far comprendere ai lettori l’intero quadro (invece lo fa articolo inoltrato) – che Coinbase ha una partecipazione in Circle, che è la società che emette USDC. E che una parte rilevante degli introiti di Coinbase – qui il commento alle trimestrali – deriva proprio da USDC. Non esattamente un parere disinteressato.
Sulla maggiore sicurezza parlerà il grafico: per quanto non ho nulla contro USDC, ritengo bizzarro che venga spacciato per l’alternativa più sicura, quando in seguito al crack di Silicon Valley Bank, USDC perse la sua parità con il dollaro (custodiva lì parte rilevante delle sue riserve) e rischiò di mandare sul lastrico migliaia se non decine di migliaia di utenti. In tanti furono liquidati, ci fu un certo sconquasso sui mercati – proprio grazie, cito Brian Armstrong, al più sicuro degli stablecoin.
Altra cosa curiosa su questo tipo di accordi. Come abbiamo rivelato con il nostro scoop qui, Circle/USDC ha stretto un accordo non troppo chiaro, non troppo in linea con il MiCA, non troppo rispettoso delle regole che il MiCA ha imposto, affinché il proprio token stable venisse vidimato dalle autorità europee.
È illegale quanto fatto? No, perché ha il beneplacito delle autorità europee, ma questo è un altro pezzo di contesto che potrebbe essere utile agli investitori, ai giornalisti e agli appassionati per capire che tipo di lotta si sta combattendo.
Perché mai gli USA dovrebbero imporre a Coinbase (e agli altri exchange) di eliminare Tether? Perché si vocifera che arriverà a breve una nuova normativa sugli stablecoin, che in realtà sarà la prima di questo genere negli USA.
Secondo Armstrong questa normativa:
Scrive WSJ:
Tether tiene il grosso delle sue riserve in bond USA, ma anche in oro, Bitcoin e prestiti.
È vero? Andiamo a guardare subito.
Le riserve di Tether sono costituite da:
È tecnicamente vero quello che è stato scritto da WSJ, se non fosse che riportare le percentuali aiuterebbe a capire quanto facilmente Tether potrebbe arrivare a qualunque tipo di soglia imposta dagli USA. Va inoltre ricordato che a fronte di emissioni per 119 miliardi di dollari, Tether ha asset per 125 miliardi di dollari a riserva, cosa che rende una larga parte degli investimenti “non in bond e cash-link” un surplus che è completamente inutile.
E USDC, ovvero quella che Brian Armstrong ritiene l’alternativa più sicura e possibilmente più in linea con le future imposizioni USA (che ancora non esistono, tra le altre cose):
Il cuscinetto è molto inferiore a quello di Tether, e i 5 e rotti miliardi in cash nelle banche non è chiaro quanto possano essere un rischio (come si è verificato con il crollo di SVB). Ad ogni modo – è proprio il caso, caro Wall Street Journal, di presentare i due casi in modo così diverso?
Ancora guerra tra i due principali stablecoin. Brian Armstrong se la fa servire facile…
Per l'Europa è ecatombe crypto. Il MiCA ha creato solo problemi - e ora…
$TRUMP logora chi non ce l'ha. E rivela ogni singola ipocrisia dei moralisti crypto.
OpenAI e Worldcoin continuano a essere percepite come aziende collegate. Ma è davvero così?
AI Rig Complex (ARC) token legato all’intelligenza artificiale. Registrato un rialzo del 1500% dal…
Fetch.ai e AI16Z guidano i rialzi delle crypto AI. $FET in rimbalzo dal supporto…
Ethereum fatica nel 2025, distante dall’ATH. Un breakout sopra 3.520 USDT è essenziale per…
Ma davvero la scelta di Trump può essere un problema per Solana?