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Perché Larry Fink porterà davvero Bitcoin alle stelle. Fondi sovrani e magie di BlackRock

La rivelazione più incredibile di ieri, da parte di Larry Fink, non è quella sul prezzo di Bitcoin.

Larry Fink ha tirato fuori dalla lampada il genio e ora sarà impossibile rimetterlo dentro. Quel genio sono i fondi sovrani, che secondo il CEO di BlackRock starebbero già discutendo, con lui, l’esposizione su Bitcoin. È una notizia che non è stata discussa a sufficienza e che cambia – relativamente – tutto.

I fondi sovrani possono contare su quantità di denaro importanti – e soprattutto su un effetto politico che forse conta più dei soldi: se lo fanno i fondi sovrani, allora possono farlo tutti. E se i fondi sovrani cominciano a esporsi verso Bitcoin, non c’è più nessuno che possa più ragionevolmente dire non fa per noi.

Se quanto afferma Larry Fink è vero – allora anche la proposta dell’On. Coppo, in Italia non risulterà più così assurda. Aveva parlato della possibilità – e quasi della necessità – per le Fondazioni Bancarie di dotarsi di Bitcoin. Se dovesse avere ragione Larry Fink, come si potrà mai dire di no?

Qualche passo indietro: ma i fondi sovrani possono davvero investire in crypto?

Certo che sì. E non sarebbe neanche la prima volta che lo fanno. Temasek – che opera come fondo sovrano a Singapore – ha investito in diverse aziende del settore. GIC, sempre a Singapore, che gestisce le riserve estere del paese, investì ai tempi in Coinbase, in un funding round da 300 milioni.

Senza poi allontanarsi molto da casa, il fondo pensione della Norvegia è esposto verso MicroStrategy in percentuali interessanti.

Quindi sì – c’è la possibilità che questo tipo di fondi investano in Bitcoin – non glielo proibisce nessuno e addirittura lo hanno già fatto in passato.

  • Con chi sta parlando Larry Fink?

Per ora non è dato saperlo. BlackRock ha contatti e rapporti commerciali con diversi fondi sovrani. In passato ha partecipato – per citare i casi più importanti – a operazioni di investimento con PIF (fondo sovrano saudita), con Khazanah (Malesia), ha ottimi rapporti con Norges Bank. Potrebbe trattarsi poi certamente di fondi sovrani che non sono inclusi in questa mini-lista.

Il video di Larry Fink che parla dei fondi sovrani
  • Ok, ma perché?

Senza infarcire la storia di cui sopra di inutile romanticismo, ricordiamo ai nostri lettori che BlackRock incassa una commissione di gestione sul suo ETF Bitcoin che ammonta allo 0,25% del capitale totale. Sono denari importanti, dato che il fondo ha già una capitalizzazione vicina ai 60 miliardi di dollari.

Senza per questo squalificare la sua meritoria attività nel mondo Bitcoin, ricordiamo che Larry Fink vende fondi, che guadagna in base alla sua capacità di vendere idee e che non è detto che non si ritiri in futuro dall’impegno. È già successo con gli investimenti ESG. Succederà ancora (chissà se anche con le crypto) e quindi quanto dice non va misurato con il metro del cuore, ma con il metro della tasca.

Tuttavia, non è un problema. Se Bitcoin ha un momentaneo ufficio marketing dentro il palazzo di BlackRock, vedremo di farcene una ragione.

2025 supererà il 2024: la nostra previsione

Il 2024 è stato un anno già incredibile per quanto riguarda gli afflussi di capitali negli ETF Bitcoin. La nostra previsione – e siamo in buona compagnia – è che il 2025 sarà ancora più importante sotto questa specifica metrica.

Ce lo sapremo ridire tra 12 mesi. Non è ancora arrivato nessuno o quasi di quelli che contano, su prodotti che faranno sempre più gola.

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