L’America sarà la capitale mondiale delle crypto. Donald Trump parla a Davos (da remoto) e torna su uno dei temi che gli sono stati più cari durante la campagna elettorale. Una breve frase, con le crypto che sono state citate affianco all’intelligenza artificiale, della quale saranno capitale mondiale, sempre secondo i desiderata di Trump, gli Stati Uniti.
Tanto è bastato ai mercati per tornare invero assai pimpanti, complice anche un’altra frase di Trump: chiederà a Fed di abbassare i tassi. Intenzione questa che è però molto più difficile da portare avanti, data l’indipendenza dalla politica della banca centrale degli Stati Uniti.
Tutto questo a pochi minuti dal caos che si era generato sui social a causa di un tweet della senatrice del Wyoming, Cynthia Lummis, che prima aveva annunciato qualcosa di grande (con la B di Big che era quella di Bitcoin), poi ha invitato tutti a aspettare le 10:00 (16:00 ora italiana), per un annuncio che però…
No, non ci sarà alcuna riserva Bitcoin a stretto giro. O almeno quel giorno non sarà oggi. Il tweet di Cynthia Lummis, che parlava di qualcosa di grande in arrivo, era in realtà riferito alla sua elezione a capo della sotto-commissione senatoriale che si occuperà di crypto. Qualcosa di atteso, che circolava ormai da tempo e che è finito nel migliore dei modi, almeno per la senatrice.
Il tweet di annuncio dell’annuncio aveva però spinto i mercati al rialzo in quota 106.000$ per singolo Bitcoin, prezzo poi perso e che ora sembrerebbe essere a un passo dalla riconquista, complice anche l’intervento del nuovo presidente degli USA, Donald Trump, in quel di Davos.
Il presidente ha le idee relativamente chiare. Produrre più energia, perché le industrie delle quali gli USA saranno capitale ne hanno tanto bisogno. L’intelligenza artificiale, per i data center, le crypto e nello specifico Bitcoin, per il mining.
Il piano è più ambizioso: riguarda anche dunque l’energia, il petrolio (che vorrebbe più a buon mercato dall’OPEC), il nucleare e l’idea di Stati Uniti potenza mondiale in due industrie che si sfamano dello stesso cibo.
Per ora siamo ai programmi elettorali. Vedremo se ci saranno impegni fattivi in tal senso anche su Bitcoin. Impegni che potrebbero spostare ulteriormente l’equilibrio del mining negli Stati Uniti – con Europa e Asia che potrebbero avere enormi problemi a confrontarsi con un’economia dai bassi costi energetici e dall’apertura totale da parte del governo all’industria.
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