$RUNE di THORchain, protocollo di swap tra diverse chain, perde nel giro di poche ore oltre il 30% del proprio valore di mercato. A contribuire al crollo del token $RUNE, che nel momento in cui scriviamo vale 2,12$, c’è la notizia della sospensione delle attività di THORfi, a causa di problemi finanziari.
Ci sarà un tentativo di salvataggio, almeno secondo quanto è stato riportato da The Block. 90 giorni per un piano di ristrutturazione finanziaria che dovrà cercare di contenere i problemi e cercare anche un percorso credibile per la sostenibilità finanziaria del futuro del progetto.
I mercati hanno reagito scaricando $RUNE a mercato, incontrando pochi supporti e abbassando il prezzo del 33%, nel momento in cui scriviamo questo approfondimento sulle nostre pagine.
Insolvenza, problemi superabili, il futuro è un mistero
Il futuro di THORFi è un mistero. Non è chiaro per il momento quali siano le condizioni finanziarie effettive del progetto, che comunque non devono essere delle migliori se si è deciso di procedere con un congelamento delle operazioni e il tentativo di mettere in piedi un piano d’emergenza dalla durata massima di 90 giorni.
Per quanto riguarda le attività che sono ancora in funzione su THORFi, ci sono quelle di trading, che non sono state intaccate. Sospese invece le attività di lending.
n caso di un significativo rimborso del debito e/o di una riduzione della leva finanziaria da parte di risparmiatori e sintetizzatori (savers & synths), è certo che TC non sarà in grado di soddisfare le sue obbligazioni denominate in bitcoin ed ethereum. I validatori hanno deciso di sospendere la rete mentre votano un piano di ristrutturazione.
Sul tema è intervenuto poi a chiarire anche Erik Voorhees:
Sono sospese le attività di lending, non il DEX, né la chain.
Ad ogni modo la situazione è sufficientemente complicata, al punto tale da aver causato vendite a catena di $RUNE, che perde appunto oltre il 30%.
Una situazione complicata, senza una via d’uscita chiara, almeno per il momento, e che mette seriamente a repentaglio la credibilità da un lato e la possibilità di continuare le operazioni in futuro dall’altro.
Rischi del mestiere, direbbe qualcuno, per quello che è forse il primo piano di salvataggio di progetti onchain.
La domanda a questo punto è se basteranno 90 giorni per mettere in piedi un piano credibile e che possa permettere, a battenti riaperti, a THORFi di riprendere le operazioni e anche di riprendere a funzionare. Rimarrà l’incognita della reazione di un pubblico sì di appassionati, ma anche di persone che – razionalmente – bada ai propri interessi economici.