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RIVOLUZIONE USA

RIVOLUZIONE CRYPTO E BITCOIN negli USA: il documento firmato da Donald Trump è una bomba

È un'autentica rivoluzione, passata quasi inosservata perché le aspettative sulle riserve erano eccessive

C’è tanta delusione per l’ordine esecutivo di Donald Trump sulle crypto. È una delusione però sbagliata, perché è il più grande passo avanti per il settore Bitcoin e crypto della breve ma intensa storia di questo comparto. Partiamo dalle riserve: si valuterà una stockpile, ovvero in prima battuta di non vendere le crypto che il governo USA ha ottenuto tramite sequestri (legati a crimini).

La storia è molto poco interessante: nella migliore delle ipotesi riguarda 20 miliardi di Bitcoin e pochi spiccioli di altri token (vedremo più avanti quali). A interessare maggiormente – avevamo già riassunto la cosa qui – è tutto il resto. Cambia letteralmente tutto – e cambia più di quanto ci saremmo aspettati anche al picco del nostro ottimismo.

Via tutti i precedenti ordini esecutivi (quelli di Biden), via i framework legali imposti dal vecchio Tesoro USA. Via anche la contestata SAB 121. Con una firma spazzato via l’esercito anti-crypto, guidato da Elizabeth Warren, rafforzato da Janet Yellen, che ha terrorizzato non solo i player di settore, ma anche chi ha provato a avvicinarsi dalla finanza tradizionale. Una vittoria così eclatante da meritarsi un bollettino della vittoria da Armando Diaz.

I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo…

Fino a poche settimane fa Elizabeth Warren impegnava i suoi pomeriggi a scrivere lette minatorie a chiunque si avvicinasse al mondo crypto. Le lettere erano la base ideologica e politica di un attacco al comparto crypto e Bitcoin che valeva doppio, se non triplo, perché avveniva nell’economia finanziaria più importante del pianeta. L’economia più liquida, con i più grandi capitali e – se vogliamo – anche più aperta al cambiamento.

Da ieri, 23 gennaio, quelle lettere, quei comandi e quell’esercito sono stati consegnati alla storia, e verranno ricordati come una parentesi buia e triste, come i documenti di una resistenza al cambiamento che ha perso, su tutto il fronte.

Arriva un ordine esecutivo di Donald Trump che cambia tutto. Togliamoci però l’ingombro del dover discutere delle benedette riserve in Bitcoin (e crypto) che il Presidente degli Stati Uniti avrebbe dovuto battezzare. Ci sono, al neonato team crypto verrà chiesto di valutarne la fattibilità – e si partirà probabilmente con quanto si ha già in cassa, che trovate nel tweet di Alex Thorn di Galaxy qui.

La lista di crypto detenute dal mo

Ci interessa? Molto poco. Non saranno 2 milioni in $SAND, i 4 milioni in $UNI o i 176 milioni in $ETH a cambiare il corso della storia. Mettiamo in cascina questo possibile evento e andiamo oltre.

C’è una nuova “squadra crypto”

Sarà un team nel quale ci saranno David Sacks, quello che i giornali chiamano il crypto zar del governo Trump. Ha lunghi trascorsi nel settore, ci ha creduto quando non ci credeva nessuno, ed è molto aperto alle possibili innovazioni.

Ci sarà il Segretario del Tesoro, Scott Bessent. Arriva dal mondo dei fondi hedge, ha Bitcoin in portafoglio, lo capisce, lo apprezza.

Ci sarà il capo ad interim di SEC, Mark Uyeda: storico? Sempre votato a favore del settore, anche quando era in minoranza.

Ci sarà il prossimo capo di CFTC, che non è stato ancora nominato ma che sarà molto probabilmente pro crypto. Il team è il meglio che potessimo aspettarci.

Non è detto però che il pubblico abbia pienamente recepito l’importanza delle novità introdotte da queste nuove misure. Vieni a votare sul nostro Canale Telegram e facci sapere la tua.

Di cosa deciderà?

Le attribuzioni sono tante:

  • Valutare la riserva di cui sopra
  • Creare un abbozzo di regolamentazione del settore
  • Indirizzare le agenzie governative

Sul tema delle leggi è già intervenuto David Sacks. Ed è entusiasmante:

  • Divisione netta tra token che sono commodity, token che sono security, token che sono oggetti da collezione

In breve: addio Howey Test, impossibile da interpretare per troppi casi. Ci sarà una legge chiara che definisce chi è cosa.

Sei una security? Vai a registrarti, perché avrai una procedura chiara per farlo. Sei un exchange che tratta security? Vai a registrati, perché avrai una procedura altrettanto chiara per farlo.

Sei nelle categorie commodity o oggetti da collezione (che non includono solo NFT)? Puoi fare quasi tutto quello che vuoi. Chiarezza, al contrario del regime Gensler, dove di chiarezza ce n’era poca e di cause legali invece tante. Della questione abbiamo parlato già dettagliatamente sul nostro canale Telegram Premium, ➡️ Iscriviti qui ⬅️

Stablecoin: per l’egemonia del dollaro

Problemi per gli stablecoin? No, tutt’altro. Gli USA, dice David Sacks, riconoscono il ruolo degli stablecoin, che comprano una quantità di debito USA rilevante e che possono aiutare la diffusione del dollaro stesso a livello internazionale.

Non è chiaro quali regole verranno fuori, ma riteniamo che difficilmente saranno punitive per Tether e USDC e per il resto del comparto. Anche questa è una vittoria che aiuterà il settore a non preoccuparsi più di indagini campate in aria, ma che hanno sempre avuto effetti nefasti sul settore.

Via anche SAB 121

SAB 121: le regole di contabilità che di fatto rendevano impossibile per le banche offrire custodia crypto ai loro clienti. Tra le tante norme sotto quel nome, la peggiore era quella che imponeva riserve 1:1 in cash per ogni crypto custodita. Il tuo cliente vuole detenere 150.000$ in Bitcoin presso la tua banca? Devi avere 150.000$ a copertura. Semplicemente impossibile.

La regola aveva visto anche una lotta tra Gensler e il Congresso, poi finita a favore del primo grazie all’intervento del Presidente. Da ieri non è più un problema del settore crypto. SEC ha comunicato di aver abolito l’intero impianto.

In una settimana non ci si poteva aspettare di più – e probabilmente avremmo potuto accontentarci anche di vedere tanto ben di Dio in 3 o 6 mesi. Per il resto l’analisi più tecnica su quanto avvenuto la trovate qui – a firma del nostro Alex Lavarello.

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