Prima questione: i politici americani pro Bitcoin e crypto non sono necessariamente dalla stessa parte della barricata. Seconda questione: non tutti, anche tra i sedicenti sostenitori, hanno chiaro cosa sia il mondo crypto e Bitcoin e cosa vada tutelato (o semplicemente lasciato in pace). Terza questione: dall’elezione di Trump i gruppi di politici e tecnici sono disposti su più livelli.
Dato che la situazione è complicata, è bene fare il punto della situazione su chi è chi, su cosa è stato fatto in passato e su cosa potrebbe fare in futuro.
I nomi più seguiti e più visibili sono quello di Cynthia Lummis, che sarà a capo della sotto-commissione del Senato sulle crypto e quello di David Sacks, il cosiddetto crypto zar. Arrivano da contesti diversi, hanno idee diverse sul settore e giocheranno anche campionati diversi, perché uno sarà tecnicamente al governo e non in una commissione che avrà ben pochi poteri.
Lummis, Sacks e tanti altri incomodi
Mentre tutti sono focalizzati sulle eventuali riserve in Bitcoin e in altre crypto (quali?) stanno passando in secondo piano questioni altrettanto, se non più importanti, come quella della regolamentazione degli stablecoin.
Come ulteriore situazione interessante c’è quella, già annunciata da David Sacks, della divisione finalmente chiara tra crypto che sono security (e dunque soggette al controllo di SEC), crypto che sono commodity e crypto che invece sono da ritenersi oggetti da collezione. Andiamo con ordine.
La sotto-commissione del Senato
In realtà non è l’unica sotto-commissione politica sulle crypto. Ce n’è già una alla Camera ed è mediamente orientata a favore del settore, anche grazie alla partecipazione di Tom Emmer e French Hill.
Cosa possono fare le sotto-commissioni?
- Condurre indagini su specifiche questioni
- Offrire analisi aggiuntive ai legislatori
- Proporre leggi e anche emendamenti
- Raccomandare azioni ai comitati di riferimento
- Suggerire miglioramenti
- Subpoena
Sono questioni importanti? Sì, ma non così cruciali. È bene che la commissione esista, è bene che sia guidata da persone aperte al settore (Cynthia Lummis, Ruben Gallego), ma avrà anche un potere limitato. Con ogni probabilità infatti l’input per le eventuali leggi su stablecoin e crypto arriveranno dalla più importante squadra crypto messa insieme dal governo (e sulla quale torneremo dopo).
Qualche ambiguità da Cynthia Lummis
Il passato di Cynthia Lummis – anche quando si era già proposta come senatrice pro-crypto e pro-Bitcoin – non è privo di qualche macchia.
- Legge Lummis – Gillibrand
È una delle proposte di legge per il mondo crypto. Voleva cancellare il SAB 121 (poi cancellato da SEC poco dopo il giuramento di Trump) e introdurre norme invero restrittive per tante questioni importanti del settore.
Divisione security / commodity: questione che sarà affrontata da David Sacks e poi proposta al Congresso.
Stablecoin: Ban diretto per gli stablecoin algoritmici. Una posizione complessivamente molto dura, che fu poi accompagnata da uscite pubbliche a favore di Circle e contro Tether (delle quali parleremo più avanti).
ATM Bitcoin: maggiori restrizioni in termini di anti-riciclaggio. KYC obbligatorio per tutti i clienti.
Mixer: palla passata a FinCEN, agenzia mai troppo morbida con il settore crypto.
Non si tratta esattamente di leggi accomodanti per il settore, con distanze minime da un’altra – particolarmente odiosa – proposta di legge, quella che arrivava da Elizabeth Warren.
- La lettera contro Binance e Tether
Fu una lettera che prese un punto po’ tutti alla sprovvista. Fu inviata al Dipartimento di Giustizia chiedendo a gran voce ulteriori indagini su Binance e su Tether, accusandoli di favorire i trasferimenti di denaro di entità sanzionate, tra le quali Hamas. Accuse mai provate, partite da un articolo del The Wall Street Journal che fu poi ridimensionato – e i cui dati furono smentiti dalla stessa società che li aveva pubblicati. Dati fake che furono usati anche dal Corriere della Sera, ma non è la questione principale di cui discutere ora.
- Circle e non Tether
Ognuno ha le preferenze che vuole, ci mancherebbe. È però degno di nota quanto affermato dalla stessa senatrice il 18 aprile 2024:
Se dipendesse da me, sceglierei Circle e non Tether.
Questo secondo una sua dichiarazione a Coindesk TV.
[La legge] è orientata alle compagnie regolate negli Stati Uniti, se Tether decide di rimanere offshore… è una scelta. Noi saremo concentrati su compagnie che si trovano negli USA e inserite nell’economia degli Stati Uniti.
Posizione doppiamente curiosa perché Tether ha rapporti importanti con Cantor Fitzgerald, che custodisce oltre 80 miliardi di dollari di bond USA dell’emittente di USDT. Non sappiamo se questo valga come inserimento nell’economia USA e speriamo di avere modo di chiederlo alla senatrice.
Howard Lutnick e David Sacks
Sì, ci sono campionati diversi. E anche se la senatrice Cynthia Lummis è a capo di una sotto-commissione del Senato, c’è tanto altro che sta succedendo a livello governativo.
Un ordine esecutivo di Trump ha creato un team che si occuperà a livello governativo di crypto e Bitcoin. Avrà attribuzioni importanti e avrà a suo capo David Sacks.
David Sacks ne ha parlato già alla stampa: la priorità sarà quella di stabilire chiaramente, coinvolgendo anche SEC, le differenze tra crypto da considerare security, e quelle che invece finiranno o nel calderone delle commodity o delle crypto da collezione, nuova categoria che finirebbe per includere, ad esempio, $TRUMP e $MELANIA.
Il gruppo dovrà anche occuparsi di normare gli stablecoin, e quindi di superare anche la proposta di legge di Cynthia Lummis di cui sopra.
Senza entrare nello specifico delle altre attribuzioni, è interessante vedere la lista di partecipanti del gruppo crypto governativo:
- Il segretario del Tesoro: si tratterà di Scott Bessent. È così pro-crypto da aver già ricevuto una lettera piena di rabbia e risentimento da parte di Elizabeth Warren.
- Il procuratore generale
- Il Segretario al Commercio: che è Howard Lutnick.
E qui vale la pena di scrivere qualche riga, dato che riguarda direttamente la questione Circle vs Tether messa avanti da Lummis. Howard Lutnick viene da Cantor Fitzgerald, custodisce gli asset dell’azienda negli USA e avrebbe il 5% di Tether stessa. Condizionale d’obbligo perché Cantor, pur se contattata da Criptovaluta.it, non ha mai confermato la notizia.
Certamente non potrà tutelare i suoi affari come se si trattasse di un incarico in una république bananière, ma con una situazione del genere è difficile pensare che le istanze di Lummis saranno accolte senza colpo ferire.
Ci saranno poi a far parte del gruppo anche il capo di SEC (pro crypto), il futuro capo di CFTC (pro crypto), e altri che possono essere consultati qui. Difficile che sia il disastro per Tether che la senatrice Lummis aveva in mente.
Difficile d’altronde anche immaginarlo perché – per quanto questo non sia fonte di legge – il wallet di WLFI, il progetto DeFi di Trump stesso – ha in cassa poco meno di 10 milioni di dollari di $USDT.