Home / 5 motivi di ANSIA e PAURA per i mercati finanziari. Che faranno Bitcoin e crypto?

MERCATI 5 MOTIVI

5 motivi di ANSIA e PAURA per i mercati finanziari. Che faranno Bitcoin e crypto?

5 motivi di preoccupazione per i mercati - che riguardano anche Bitcoin e crypto.

Perché i mercati reagiscono male all’arrivo dei dazi imposti dall’amministrazione Donald Trump? Cosa c’entreranno mai le crypto e Bitcoin in decisioni di politica estera e economica? La reazione di ieri è stata sotto gli occhi di tutti: alla comunicazione dell’applicazione di dazi su Messico, Canada e Cina i mercati hanno corretto, tra le altre cose in modo importante.

Una situazione per molti difficile da comprendere – dato che l’indipendenza di Bitcoin e crypto dal mondo della vecchia finanza viene, almeno a parere di chi vi scrive – esagerata, compresa male e riportata volendo anche peggio.

Cerchiamo di capire cosa ha spaventato i mercati e perché non è un buon segnale quello che arriva dalla Casa Bianca. Il nuovo governo USA da, il nuovo governo USA toglie.

Perché ai mercati non è piaciuto quanto accaduto ieri

Le aspettative dei mercati sono sì volubili, ma mai quanto le decisioni che sono arrivate dalla Casa Bianca nei primi 11 giorni di insediamento. Per quanto durante tutta la campagna elettorale Trump non abbia fatto mistero di voler applicare dazi, anche pesanti, alla Cina e a diversi alleati, l’annuncio di ieri è stato così estemporaneo da causare una correzione su tutti i mercati finanziari.

  • Estemporaneità

La percezione che si è avuta ieri è che non ci sia un programma condiviso. O meglio, che Trump stia prendendo decisioni anche contro il consiglio dei grandi specialisti ai quali ha affidato i ruoli chiave della sua amministrazione. Scott Bessent, nuovo segretario del Tesoro USA, aveva indicato come auspicabili dazi progressivi, partendo dal 2,5% da incrementare mensilmente. Di tutta risposta è arrivato ieri dalla Presidenza l’annuncio per dazi immediatamente applicabili del 25%, su paesi come Canada e Messico.

La percezione che si è avuta è che non si abbia alcuna voglia di procedere in modo ponderato, ma piuttosto di fare il più possibile nel più breve tempo a disposizione.

  • Motivazioni

Il Presidente degli Stati Uniti non deve rendere conto a nessuno? Probabilmente è vero, ma è altrettanto vero che non dovrebbe cercare di rompere il giocattolo dei mercati.

Le motivazioni addotte ieri per l’introduzione di alcuni dei dazi – il traffico di fentanyl che sarebbe favorito dai paesi coinvolti – ha probabilmente complicato la situazione che ha portato alla correzione anche di Bitcoin e crypto.

  • Risk off

Quando il rischio arriva da fuori, i mercati tendono a ridurre il loro rischio intrinseco e a spostare capitali verso asset che siano più tranquilli. Questo ieri ha comportato uno scarico degli asset risk on che ha coinvolto non solo Bitcoin e crypto, ma anche quelli azionari.

L’oro, il cui grafico riportiamo qui, ha aggiornato nuovi massimi, segno che l’incertezza continua a farla da padrona, esacerbata da una presidenza USA le cui mosse, sia sul come sia sul quando, sembrano essere per il momento imprevedibili. Anche l’oro però ha sofferto poi l’arrivo delle comunicazioni sui dazi.

  • Cina

Abbiamo già parlato diffusamente della Cina sul nostro Canale Telegram Premium – nonostante siano stati rispettati gli obiettivi di crescita, la situazione di Pechino appare come una delle più preoccupanti per lo scacchiere finanziario e economico mondiale. Domanda interna che langue, necessità di guardare agli export per rilanciare il paese. E ora un’amministrazione che sembrerebbe voler fare addirittura di più della precedente.

Alla riapertura dei mercati lunedì vedremo che tipo di reazione offriranno le piazze cinesi – reazione che sarà il primo termometro per misurare l’impatto vero delle mosse degli Stati Uniti e del suo nuovo presidente.

  • Si ma Bitcoin e crypto?

Vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno. Per quanto riguarda le analisi di breve periodo ti consigliamo di leggere quella di Alex Lavarello qui. Per quanto riguarda gli spazi temporalmente più ampi, vogliamo ricordare ai nostri lettori che ci si aspettano aperture importanti sia a livello statale sia a livello federale già nelle prossime settimane.

E che queste – data la grande confusione che sta dominando i mercati – probabilmente non sono state ancora prezzate. In aggiunta con il PIL che rallenta e con una situazione sul fronte inflazione che potrebbe migliorare – c’è da sperare che si possa tornare su tassi più bassi prima di luglio. Questo a patto che i dazi, come temono in molti, non finiscano per impattare direttamente sull’inflazione USA.

Iscriviti
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments