Ci sono almeno 5 vettori che potrebbero aiutare il ritorno di una bull run solida e il raggiungimento – da parte dei progetti più validi del mondo crypto – di livelli di prezzo più alti di quelli che si sono visti in dicembre, successivamente alla vittoria di Donald Trump.
Per quanto non tutti ne siano convinti (e vedremo anche chi più avanti), ad avviso di chi vi scrive ci sono 5 fattori che i mercati non hanno ancora prezzato correttamente e che sono potenzialmente di portata molto più importante rispetto alle valutazioni condotte, fino a ora, dagli operatori di mercati.
Sono in larga parte questioni legali, che però hanno ripercussioni importanti anche sull’aspetto più strettamente finanziario del mondo crypto.
Tutto cambierà, seguendo 5 diversi filoni
Ci vorrà un po’ di buona volontà da parte della politica, che però è stata già espressa a chiare lettere. Ci vorrà qualche passo in avanti più coraggioso per quanto riguarda certe riserve, che sono ancora in discussione, ma in generale riteniamo che i mercati non abbiano pienamente compreso il tipo di cambiamento che sta avvenendo nella piazza finanziaria più importante del mondo, in merito a come verranno trattati Bitcoin e crypto.
- FDIC smetterà di terrorizzare le banche
FDIC è un’agenzia della quale si è parlato molto meno che di quanto abbiamo fatto su SEC, ma che ha avuto un ruolo altrettanto importante nel clima di terrore che si è respirato e vissuto negli USA negli ultimi 4 anni.
È notizia fresca del cambiamento di atteggiamento da parte di questa agenzia: alle banche verrà permesso di offrire diversi servizi crypto (a partire dai depositi), senza obbligo di ottenere complicate approvazioni. E questo cambierà radicalmente sia la struttura dei mercati crypto negli USA (almeno a uso e consumo degli investitori più strutturati), sia il pubblico che avrà accesso più semplice a questo tipo di investimenti.
- SEC sarà una pallida imitazione di quella che siamo abituati a conoscere
Non aspettiamoci il liberi tutti, la possibilità di lanciare la qualunque negli USA senza un minimo di scrutinio da parte dell’agenzia. Tuttavia il clima sarà parecchio diverso. Ci saranno regole chiare, il che vorrà dire poter tornare a sviluppare innovazione senza temere la scure di una delle agenzie più potenti dell’intero apparato burocratico e politico USA.
- La riserva in Bitcoin (e crypto?)
David Sacks è tornato a parlarne in modo piuttosto convinto. Dovranno valutare, dice, perché questo è l’ordine del presidente. Da come ha messo la cosa in TV, da CNBC, sembra che però la decisione sia sul fare una riserva in Bitcoin o in crypto, e non se farla. Staremo a vedere, non ci stupirebbe neanche vedere una piccola allocazione dell’eventuale fondo sovrano USA in qualche ETF Bitcoin o Ethereum.
- DeFi per i grandi gruppi
Memori dell’innamoramento di gruppi come JPMorgan durante lo scorso ciclo – salvo poi chiudere baracca e burattini durante la fase di crisi – è più che giusto andarci con i piedi di piombo.
Tuttavia riteniamo anche che il genio sia ormai fuori dalla lampada e che rimetterlo dentro sarà impossibile. Sono già arrivati i fondi tokenizzati di BlackRock e Franklin Templeton. Sono arrivati i crediti privati tokenizzati di Apollo. Continueranno ad arrivare altri fondi, altri istituzionali interessati, e saranno benzina per la narrativa rialzista.
- Fed, ci dai un po’ di liquidità?
Qualcuno, scherzando ma non troppo, afferma che i mercati sono dipendenti dalla liquidità, nel senso medico del termine. È vero – ed è probabilmente vero più per il settore alt che per Bitcoin direttamente.
Ci sono però almeno due considerazioni da fare. Per quanto lentamente, il ritorno verso una fase espansiva della politica monetaria è iniziato.
In secondo luogo, Bitcoin ha quasi triplicato il suo prezzo in una fase molto restrittiva della politica monetaria. Vuol dire che non solo siamo ancora vivi, ma siamo anche piuttosto vivaci. Dato che – a tempo debito – ci aspettiamo un serio allentamento delle condizioni di accesso alla liquidità, riteniamo che questo sia il punto più basso dal quale iniziare a ragionare.
Hayes crede che sia tutto finto, o quasi?
C’è un’interessante analisi di Arthur Hayes – che indica correttamente come tutti i discorsi sulle riserve siano motivati politicamente, e non per una vera affezione degli USA a Bitcoin e crypto.
È assolutamente vero. Così come è assolutamente vero che gli USA potranno sbarazzarsi di tale riserva quando vorranno.
Il clima, le modalità con le quali si è arrivati a questa situazione sono stati oggetto di contestazione anche su queste pagine. Ciò che vogliamo però aggiungere è che in realtà si può cavalcare benissimo un’onda anche se i venti che l’hanno agitata non sono dei più solidi.
Sulle conseguenze di questo… nuovo ciclo, parleremo presto in un editoriale sul nostro sito. Perché di implicazioni, soprattutto in termini di regolamentazione, ce ne saranno diverse. E forse non tutte piacevoli.