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La Repubblica Ceca umilia l’Italia: tasse a zero per chi detiene Bitcoin e crypto oltre 3 anni

A Praga decidono per le zero tasse su Bitcoin e crypto. Ecco come.
4 settimane fa
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Mentre in Italia c’è chi ha – è successo davvero – parlato di abbassamento delle tasse nonostante il nuovo regime sia 100% peggiorativo per tutti – in Repubblica Ceca le tasse su Bitcoin e crypto si aboliscono completamente. Questo a patto di detenere gli asset per più di 3 anni.

Una situazione che favorisce gli holder di medio e lungo periodo e che conferma più in generale l’apertura al mondo Bitcoin e crypto da parte della Repubblica Ceca. Apertura che si è manifestata anche in termini di interesse della Banca Centrale per un’eventuale riserva in Bitcoin.

Fantascienza per altri paesi dell’Unione – e c’è di più. Al contrario del cervellotico attuale regime italiano, dove anche gain di pochi centesimi devono essere registrati, non ci sarà obbligo di report per transazioni inferiori alle 100.000 corone, ovvero circa 4.000 euro.

Si può tornare indietro

Al netto di quanto si pagherà di tasse (nulla per chi detiene per 3 anni le proprie crypto), il discorso più interessante è forse un altro. Si può tornare indietro da regimi ai limiti del repressivo, come era quello in vigore nella Repubblica Ceca.

Ad oggi infatti anche in Repubblica Ceca ogni tipo di transazione era evento tassabile. E secondo la Repubblica Ceca, i cambiamenti sarebbero stati introdotti per allinearsi con quanto previsto dal MiCA. Giustificazione che però è ai limiti del bizzarro, perché proprio nell’anno di entrata in vigore del MiCA, l’Italia ha deciso di fare il contrario, rendendo ogni transazione, anche se di pochi centesimi – evento potenzialmente tassabile.

Incentivi importanti per gli holder di lungo periodo

L’incentivo è comunque importante: parliamo di una no tax area a prescindere dalla quantità di crypto che vengono vendute e dall’eventuale plusvalenza, a patto però che si detengano appunto per 3 anni.

Per chi ha orizzonti temporali di questa portata, rispetto all’Italia si paga il 26% in meno, non si paga l’imposta di bollo e più in generale ci si risparmia una minuziosa rendicontazione al momento della vendita, che chiaramente potrebbe avvenire anche in più scaglioni, magari anche di piccole dimensioni.

La speranza è che anche a Roma, dove si è forse inopportunamente festeggiato – e anzi dichiarato come abbassamento delle tasse il rimanere al 26% e perdere la soglia dei 2.000€, qualcuno legga cosa hanno fatto i colleghi cechi. E in un momento di lucidità decida di proporre una cosa simile anche dalle nostre parti.

Evidentemente si può fare, evidentemente è possibile avere tasse a zero anche se il fenomeno va diffondendosi, e evidentemente si può fare anche in Europa.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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