I mercati non hanno ancora prezzato 5 novità che ci attendono già per il 2025 e che porteranno nuovi capitali e nuova attenzione nel mondo delle criptovalute e di Bitcoin. Dai mercati finanziari classici fino al ritorno dei retail, ci saranno diversi vettori di possibile crescita che potrebbero aiutare il mercato a uscire da una lateralizzazione che ha stancato (quasi) tutti.
Dagli ETF sulle crypto minori (che avranno una domanda ampia per motivi piuttosto ovvi), passando per la necessità del mondo finanziario classico di farsi vedere al passo con i tempi, ci sono diversi motivi per essere ottimisti.
Motivi per essere ottimisti che stanno facendo fatica a prendere il controllo del mercato sul breve, ma che nel corso del 2025 saranno centrali nella lettura che dovranno dare del trend gli investitori sul mercato.
Motivi importanti, che se la fase attuale non fosse stata dominata dalle notizie che arrivano dalla politica, avrebbero certamente offerto spunti – almeno in termini di ragionamento – molto diversi.
C’è un segnale che il mercato non è stato ancora in grado di metabolizzare. È l’arrivo fattivo di grandi aziende esterne al mondo finanziario, vedi Sony con Soneium.
Il progetto è serio, offrirà a Sony una marcia in più rispetto alla concorrenza diretta – e spingerà altri brand di quella caratura a esplorare il settore. Non ha riflessi diretti su un token e non ha fatto esplodere i mercati? Poco male. Il prestigio di questo tipo di operazioni si valuta nell’arco temporale di medio e lungo periodo.
La domanda che viene intercettata dagli ETF su Bitcoin è domanda che si trasferirà, in proporzione, sugli altri asset crypto che arriveranno sul mercato USA.
Da chi – come certi fondi – sarà obbligato o quasi alla diversificazione, ai prodotti a paniere, ci sono già i meccanismi che dovranno trasferire parte di quella domanda.
Le riserve crypto ci metteranno del tempo ad arrivare negli USA? In realtà non è detto – e anzi ci aspettiamo indicazioni relativamente chiare da David Sacks a breve.
Quello che nessuno ha messo in conto è che presto altri paesi, soprattutto tra quelli che vogliono apparire più innovativi, annunceranno studi e cose simili. La Repubblica Ceca lo ha già fatto. Ci aspettiamo qualcosa di simile da paesi economicamente emergenti. Non saranno somme che muoveranno i mercati di per sé. Ma saranno indicazioni per istituzionali pubblici e privati che ora investire in crypto e Bitcoin è ok.
Larry Fink lo ha detto pubblicamente, in pochi per ora sembrerebbero averlo preso sul serio. I fondi sovrani stanno valutando le allocazioni. E le stanno valutando tra il 2% e il 5% – in alcuni casi – del loro patrimonio.
I fondi sovrani sono molto ricchi e soprattutto fanno da segnale anche per investitori privati. Se lo fanno i fondi sovrani, un investimento diventa immediatamente degno di considerazione. Ci aspettiamo notizie bomba anche da questo fronte.
Sappiamo che il sentiment su Ethereum è ai minimi storici. Sappiamo anche che, come afferma Matt Hougan di Bitwise, ma il sentiment dei piccoli investitori e quello dei grandi investitori è stato così distante.
Ethereum è a nostro avviso l’esempio più lampante di questa discrepanza. Un esempio? Gli ETF hanno accumulato in settimana oltre 400 milioni di dollari in $ETH. Segno che stanno arrivando investitori importanti e che presto anche i form inviati a SEC riveleranno qualche sorpresa.
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