Nella settimana appena conclusa, il prezzo di Bitcoin (BTC) ha subito un ritracciamento, portando il mese di febbraio in territorio negativo e aumentando il livello di preoccupazione di molti trader, soprattutto perché il prezzo è tornato sotto i 100.000 dollari.
A livello di dati on-chain, emergono alcuni elementi di preoccupazione che vanno valutati con attenzione per capire se siano un warning sign. Il primo elemento è il calo degli indirizzi attivi giornalieri, osservabile con la metrica di Glassnode “Number of Active Addresses” nel grafico allegato, con una panoramica degli ultimi 12 mesi. Il calo da metà dicembre è evidente e, dopo un segno di rialzo sull’ATH di BTC a gennaio, ha ripreso a scendere.
Un altro elemento che desta qualche preoccupazione è molto più tecnico, ed è relativo alla metrica “Mempool Number of Transactions by Relative Fee (Sat/vByte)” che mostra un’attuale fase di bassa congestione sulla rete Bitcoin.
Il Sat/vByte è una metrica utilizzata per misurare la tariffa per byte virtuale pagata nelle transazioni Bitcoin. È fondamentale per determinare la priorità di una transazione nella mempool (il pool di transazioni in attesa di essere incluse in un blocco). Sat è l’abbreviazione di Satoshi e vByte sta per virtual Byte.
Osservando le ultime settimane del grafcio, si può notare che la maggior parte delle transazioni paga fee molto basse (0-2 Sat/vByte), un segnale che lo spazio nei blocchi è ampiamente disponibile. Questo riflette un calo nell’attività di transazione rispetto ai periodi di congestione intensa, come quelli osservati tra giugno e luglio 2024.
L’attuale situazione, con fee più contenute e transazioni meno competitive, suggerisce un mercato in possibile consolidamento. La stabilità del prezzo di Bitcoin coincide con una minore attività speculativa e un raffreddamento del mercato.
Se la diminuzione delle fee è fattore positivo per l’utente è un fattore negativo per i miner che guadagnano da due fonti principali:
Quando le fee diminuiscono, i guadagni dei miner si basano quasi esclusivamente sulla ricompensa del blocco, riducendo il margine complessivo di profitto.
Attraverso la metrica “Percent Miner Revenue from Fees” si può osservare che sono ai minimi degli ultimi 12 mesi. Nel breve termine, la riduzione delle fee può essere negativa, specialmente per i miner che operano con margini di profitto già bassi. Possono subire perdite o dover interrompere le operazioni di mining.
La riduzione delle fee può essere compensata da un aumento del prezzo di Bitcoin, poiché i miner ricevono BTC come ricompensa. Se il valore di BTC aumenta, i guadagni dei miner possono mantenersi stabili nonostante fee più basse.
La metrica “Miner Net Position Change” misura la variazione netta giornaliera nei Bitcoin detenuti dai miner. Barre verdi indicano accumulo, suggerendo fiducia nel mercato, mentre barre rosse segnalano distribuzione, aumentando la pressione di vendita.
Nel grafico, tra dicembre 2024 e gennaio 2025, si osserva una predominanza di barre rosse, indicando vendite elevate, probabilmente per coprire costi operativi o sfruttare prezzi elevati. A febbraio 2025, le barre verdi suggeriscono un’inversione verso l’accumulo da parte dei miner, segnale di potenziale fiducia in una ripresa del prezzo di Bitcoin. Questo cambio potrebbe ridurre la pressione di vendita e supportare una stabilizzazione in attesa di un rialzo del mercato.
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