La task force di SEC dedicata alle crypto, che è nata appunto dopo l’elezione di Donald Trump, è già al lavoro per individuare i possibili spazi di miglioramento della disciplina sulle criptovalute negli Stati Uniti. E secondo i verbali diffusi dalla stessa agenzia, ci sarebbero già stati incontri con Jito e Multicoin.
Incontri che sarebbero stati funzionali all’esplorazione dello staking sui prodotti ETF quotati negli Stati Uniti. Una questione che interessa per ora soltanto gli ETF su Ethereum ma che presto potrebbe interessare anche quelli su Solana, che però sono ancora in via di approvazione e che dovranno affrontare il classico iter (per quanto ci si aspetta che sia, questa volta, più rapido).
Un passo avanti importante e che renderebbe questi prodotti molto più interessanti anche per gli investitori classici, che ad oggi investendo in ETF e non in via diretta sono costretti appunto a non incamerare i ritorni offerti dallo staking.
SEC già a lavoro
La nota positiva è nelle tempistiche. Eravamo abituati a una SEC che prendeva molto poco seriamente le richieste dei gestori e che in genera aspettava l’ultimo momento utile per esprimersi. Ora invece si gioca d’anticipo e si consultano aziende del settore come Jito e Multicoin per valutare la possibilità di dire sì alle richieste che vogliono includere lo staking all’interno degli ETF.
La question per ora riguarda esclusivamente gli ETF su Ethereum. 21Shares ha già avanzato richiesta per inserire lo staking e con ogni probabilità anche gli altri gestori faranno seguito. È una questione, d’altronde, troppo importante per essere ignorata: c’è in ballo una quantità corposa di ritorni che renderebbe questi prodotti molto più appetibili.
Si è parlato – qui si possono leggere i verbali completi – sia di soluzioni tecniche per l’implementazione dello staking, sia invece dei vantaggi (e degli svantaggi) che tali soluzioni potrebbero apportare a ETF che sono già quotati o in via di quotazione.
Un game changer
Sì, è una dei quelle questioni che possono davvero cambiare tutto. C’è un mare di differenza tra un prodotto con rendimenti automatici e un prodotto che invece non li offre. E c’è anche differenza tra l’investimento diretto (che può essere messo in staking) e invece un prodotto intermediato come un ETF che ancora non può farlo.
Seppur con tempistiche incerte, ci aspettiamo che SEC dica di sì alle richieste. Il fatto che stia già incontrando società leader del settore sembrerebbe essere un segnale proprio in questo senso.
Come verrà introdotto?
C’è il problema tecnico: come possono gli ETF iniziare a fare staking? La prima delle possibilità è quella di affidare a intermediari la soluzione, l’altra è quella di ricorrere a soluzioni in stile liquid staking.
SEC è stata sempre reticente nel permettere lo staking per diversi motivi, come ricorda The Block – dal periodo di attesa per fare unstaking, fino alla possibilità che il servizio di staking costituisca una security (cosa che in realtà l’agenzia, ai tempi di Gary Gensler, riteneva corretta). C’è poi la questione fiscale: come andranno trattati certi redditi?