ESCLUSIVA CRIPTOVALUTA.IT + Tether è entrata nel capitale di Juventus FC – e la cosa non sembrerebbe essere andata a genio a molti. Vuoi perché il calcio rimane tra le poche cose vissute visceralmente in Italia, vuoi perché il club scelto per questo ingresso nel mondo del calcio è quello con più tifosi in Italia – e di conseguenza il più odiato, vuoi perché di mondo crypto capiscono poco i giornalisti finanziari, figurarsi quelli sportivi.
Vanno chiarite però – per amore della verità – alcune questioni che riguardano l’entrata di Tether in Juventus FC, tra le altre cose con una partecipazione sì minoritaria, ma non infinitesima. Tether è sopra il 5%, ha comunicato il superamento della soglia a CONSOB e – questa è una chicca che può regalarvi Criptovaluta.it – ha rastrellato le azioni sul mercato secondario. Sconfessata dunque la tesi di un acquisto diretto da Exor, che pur era circolata su diverse testate sportive e finanziarie italiane.
Tether ha comprato in borsa (e progressivamente) azioni del club di Torino e ora è pronta non solo a esercitare i propri diritti di voto, ma stando al comunicato pubblicato nella giornata di ieri, venerdì 14 febbraio, anche ad aumentare la presenza della Juventus nel mondo degli asset digitali.
No, Tether non è una società meteora
È comprensibile lo scetticismo della stampa tradizionale e sportiva nei confronti dell’ingresso di Tether nella Juventus. Il mondo crypto – erroneamente considerato come un unicum che si muove all’unisono – non ha lasciato il profumo dopo il suo più recente passaggio in Serie A. L’Inter ha prima lanciato poi cancellato dagli annales la collaborazione con un progetto assai sbilenco. Altri non hanno ricevuto i pagamenti promessi. Altri ancora hanno dovuto cercarsi un altro sponsor dopo che promesse non mantenute. Non è il caso di Tether, che oltre ad essere una società affidabile, ricca e solida, non sta pagando una sponsorizzazione. Ha comprato delle quote.
Prima di andare avanti: è cosa staticamente curiosa, ma nella redazione di Criptovaluta.it non vi sono tifosi della Juventus. La precisazione è purtroppo necessaria, perché nelle ultime 24 ore la partigianeria della stampa “non crypto” che si è occupata del caso Tether è evidente. Chi scrive questo approfondimento è tifoso del Teramo, piccola società che milita in serie D e che probabilmente mai avrà occasione di scontrarsi con la Juventus. La proprietà è di fede romanista e come è noto non corre buon sangue tra tifosi romanisti e juventini. Questo per confermare che non vi è alcuna fede calcistica a orientare il contenuto di questo approfondimento.
Tether non è una meteora. Tether esiste dal 2014, emette un token, USDt, che vale esattamente un dollaro e che ha un funzionamento tanto semplice quanto geniale.
Si possono versare dollari USA a Tether e ricevere in cambio gli USDt di cui sopra. Cosa sono? Sono token crypto, criptovalute che possiamo utilizzare nei mercati crypto per comprare altre criptovalute. Tether USDt è anche molto utilizzato in quei paesi dove la valuta locale si… svaluta e dove la popolazione vuole avere accesso al dollaro nel modo più semplice possibile.
Ok, ma come guadagna? C’è qualcosa di losco? No, in realtà è molto semplice capire come Tether sia riuscita a portare a casa 12 miliardi di dollari di profitti nel solo 2024. Torniamo al punto di prima: Tether raccoglie dollari e emette token. Su richiesta converte tale token in dollari veri. Nel frattempo però investire quei dollari in cassa per fare profitti. Li investe su titoli molto sicuri e a breve scadenza (principalmente bond USA di brevissimo termine) e incassa interessi.
Quanti soldi ci sono in Tether con questo meccanismo? Oltre 140 miliardi di dollari. Per i colleghi che non bazzicano i mercati finanziari: Tether ha più o meno l’equivalente in bond USA di quanti ne abbia la Germania. E a occhio e croce il doppio di quanti ne abbia l’Italia. Sì, non stiamo scherzando, le proporzioni sono queste.
Con un decimo dei profitti incassati, i profitti – non in ricavi, nel 2024 potrebbe comprare il 100% della Juventus, alla capitalizzazione attuale di mercato.
Costerebbe probabilmente di più? Sì, ma è tanto per darvi le proporzioni di chi è Tether e di chi è la Juventus.
Tether ha comprato azioni a mercato
Sì è parlato di accordi privati tra Exor e Tether, di compravendite sottobanco o con il favore delle tenebre. Non è così. Paolo Ardoino, il CEO (italianissimo) di Tether ci conferma che le azioni sono state rastrellate sul mercato:
Abbiamo comprato a mercato.
Questo è quanto ha dichiarato ai nostri microfoni e non abbiamo motivo per non credergli. In aggiunta, ha confermato di aver inviato regolare comunicazione a CONSOB dopo aver superato il 5%. Con ogni probabilità il 5% è stato superato poco prima dell’annuncio pubblico di ingresso nel capitale di Juventus FC.
Risolto dunque il dubbio di Carlo Festa, Il Sole 24 Ore, che oggi scopre, dopo tanti anni di onorata carriera che le borse servono per comprare e vendere azioni. E che qualcuno compra vende e azioni in borsa. Capiamo che il capitalismo italiano non brilli per dinamismo, ma possiamo garantire ai nostri lettori che la compravendita di azioni è il motivo per il quale le borse sono state create.
Sì ok, ma chi sono “questi delle crypto”?
I giornalisti che si saranno svegliati stamattina o si sveglieranno domattina con la voglia di vincere il Pulitzer andranno a raccogliere informazioni qui e lì e a proporle a un pubblico che sa poco e niente di crypto storie incredibili di problemi di Tether con la giustizia americana, di dubbi sulla consistenza delle riserve che il gruppo dichiara, etc. etc.
Sono questioni dibattute anche oltre il necessario già nel mondo crypto. Le riserve di Tether sono attestate (senza audit) da BDO Italia. Per qualcuno non è sufficiente, ma dato che il grosso delle riserve sono in bond USA, gli Stati Uniti avrebbero gioco facile a sbugiardare quanto dichiarato da Tether (e da BDO Italia). Gli USA, durante l’amministrazione Biden, avevano tutto l’interesse a mettere Tether in cattiva luce o comunque in una posizione scomoda. Non è avvenuto.
Sul fatto di fare le pulci a Tether – come ha fatto Festa de Il Sole 24 Ore – perché sarebbe poco credibile il risultato in termini di profitti (ha letteralmente scritto che non è mica Apple) evitiamo di commentare, in quanto posizione incommentabile e fotografia più dello stato della stampa finanziaria italiana che dello stato patrimoniale e delle attività di Tether.
Per chi batte fortissimamente i piedi a terra perché c’è un ingresso importante in un club italiano: Tether è un socio solido e comunque più solido del circo che abitualmente vediamo interessarsi dei club italiani. Non ci sono scatole cinesi, non ci sono i bonifici dalla Slovenia che a Parma ancora aspettano, così come non vi è nessun acquisto a debito. Tether ha la solidità finanziaria per acquistare molto di più del 5% della Juventus.
Se proprio c’è una squadra che ha rubato molto nel calcio quella è la Juventus, chissà che anche dietro a questa operazione non ci sia lo zampino di quel volpone di Moggi? E’ lunedì che umiliazione andare in fabbrica davanti al tuo padrone…
certo come no
ma basta con queste cavolate da bar. una cavolata solo per dare fiato alle trombe
Klaus, ho personalmente la sensazione che la fede calcistica offuschi il raziocinio di molti, se non quasi tutti
Non sarebbe utile chiarire meglio la frase “L’Inter ha prima lanciato poi cancellato dagli annales la collaborazione con un progetto assai sbilenco” …soprattutto se il progetto è ancora attivo? Anche per gli altri casi di pagamenti o promesse non mantenute non sarebbe il caso di fare qualche “nome e cognome”? Grazie.