ESCLUSIVA CRIPTOVALUTA.IT – Ci sarà una riconsiderazione del passaggio al 33% della tassazione sulle plusvalenze per Bitcoin e crypto. La riconsiderazione, che è stata proposta dall’On. Coppo, ha ottenuto infatti parere favorevole e porterà il governo a prendere in considerazione l’eliminazione del passaggio.
Ciò che si chiede nell’ordine del giorno dell’On. Marcello Coppo è che le plusvalenze derivanti dalle vendite di Bitcoin e crypto rimangano allineate a quelle degli altri asset e dunque – almeno per il momento – al 26%.
Nell’ultima legge di bilancio la disciplina fiscale delle criptovalute è già cambiata in senso peggiorativo: è stata eliminata la soglia dei 2.000€ che garantiva un cuscinetto per chi utilizza le crypto come strumenti di pagamento, rendendo così l’Italia uno dei paesi con i peggiori regimi fiscali al mondo per quanto riguarda questo comparto.
Non sappiamo come andrà a finire, ma almeno qualcosa si sta muovendo e non si accetterà supinamente il passaggio al 33% della tassazione sulle plusvalenze su Bitcoin e criptovalute. L’On. Marcello Coppo ha infatti presentato un ordine del giorno al decreto Milleproroghe che impegna il governo a quantomeno considerare la possibilità di non aumentare, di nuovo, la tassazione sulle crypto. O meglio, a non attivare il passaggio al 33% che per ora è la vera cosa da scongiurare.
Cosa c’è nell’ordine del giorno? Quello che si vuole scongiurare è che si attivi un passaggio che per il 2025 è stato soltanto sospeso e dunque che le criptovalute e Bitcoin diventino tassate più di altri tipi di investimenti.
Quantomeno se ne discuterà, per quanto all’interno del governo e in particolare all’interno del MEF tale aumento sia stato più volte difeso in pubblico e per quanto il passaggio al “solo” 33% sia stato considerato già un regalo al comparto. Inizialmente infatti si era proposto di far passare la tassazione sulle plusvalenze crypto al 42%.
C’è spazio per lottare e servirà anche ricompattarsi, dopo che l’ultima legge di bilancio ha causato delle fratture forse insanabili almeno tra una certa politica e gli appassionati del mondo crypto e Bitcoin.
Vedremo chi si accoderà alla proposta di Coppo e chi cercherà di lottare non per favori, ma per un regime di equità con il resto del mondo degli investimenti, posizione già poco comoda per chi detiene crypto, dato che al contrario di quanto accade in diversi altri paesi europei, in Italia non si può più fare affidamento su un minimo cuscinetto no-tax.
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