Il sentiment nel mondo Bitcoin e crypto non è dei migliori, complice una lateralizzazione che sta sfiancando anche i più ottimisti e che – ne abbiamo parlato qui – è particolarmente stancante anche per il profilo medio di investitore che il mondo crypto raccoglie. Nella giornata di ieri BlackRock ha visto – evento più unico che raro – uscite da suo ETF per 112 milioni di dollari, il resto ha fatto poco meglio ma comunque portando la somma complessiva a -364 milioni di dollari.
Una situazione angosciosa per chi legge i dati troppo nel breve periodo e sulla quale invece andrà fatto qualche ragionamento sull’arco del 2025 – anno che più volte abbiamo indicato su queste pagine come quello della potenziale svolta.
La giornata del 20 febbraio è stata oggettivamente particolare. Mai si erano visti outflow così importanti dal principale degli ETF su Bitcoin. È un segnale preoccupante? Oppure il normale svolgersi delle contrattazioni su prodotti che sono quotati in borsa e che ne seguono anche gli umori?
ETF Bitcoin: BlackRock per la prima volta preoccupa
Partiamo dal dato numerico, che però è soltanto una parte della storia. L’ETF iShares su Bitcoin, quello gestito da BlackRock, ha fatto registrare nella giornata di ieri outflow per 112 milioni di dollari. Vuol dire che sono state distrutte quote per quella quantità di denaro, a causa di una domanda inferiore alle richieste di vendita, secondo il meccanismo proprio degli ETF.
Data | BlackRock | Totale ETF USA BITCOIN |
---|---|---|
20 febbraio | -112 milioni di dollari | -364 milioni di dollari |
19 febbraio | 0 | -64 milioni di dollari |
18 febbraio | 68,4 milioni di dollari | -60,7 milioni di dollari |
14 febbraio | 22,3 milioni di dollari | 70,6 milioni di dollari |
13 febbraio | 26,2 milioni di dollari | -156,8 milioni di dollari |
12 febbraio | -22,1 milioni di dollari | -251 milioni di dollari |
Ci sono due situazioni meritevoli di attenzioni. La prima riguarda l’andamento dell’ETF di BlackRock, che è stato nel suo primo anno di vita quasi sempre positivo. Anche quando ci sono giornate in rosso per la quantità di capitali che entrano negli ETF Bitcoin, BlackRock in genere si difende più che bene.
Il secondo dei discorsi riguarda la particolare giornata di ieri. Mentre Bitcoin tutto sommato teneva il prezzo e riuscita a consolidarsi intorno ai 98.000$, dagli ETF americani continuavano a fuoriuscire capitali, per una settimana, quella dal 12 al 20 – interroga anche dal Presidents’ day – che è stata tra le peggiori di sempre.
- È fisiologico
Ci interessa fissare un punto importante – che forse è sfuggito agli analisti del mondo crypto perché spesso troppo focalizzati sulle letture di breve periodo. In un momento di lateralizzazione stancante come quello che stiamo affrontando, è normale che possano esserci degli outflow. Parliamo pur sempre di prodotti che hanno battuto ogni record e che possono prendersi talvolta delle pause, tra investitori che possono essere spaventati dallo stallo del prezzo di BTC.
Medio e lungo periodo: il 2025 può battere il 2024
Guardando invece agli orizzonti di medio e lungo periodo, riteniamo che gli ETF su Bitcoin possano far registrare un 2025 addirittura superiore per inflow rispetto al 2024, anno della nascita di questi prodotti e che li ha visti battere ogni record di lancio.
Questo perché stanno arrivando – vedi quanto successo a Abu Dhabi con il fondo sovrano– investitori istituzionali di una certa stazza e che faranno anche da traino per altri investitori sia della stessa categoria, sia di categorie limitrofe.
Il caso Bitcoin è forte, sostenuto dal più grande gestore al mondo (BlackRock) e sarebbe assai insolito vedere un rallentamento importante date queste premesse. Questo senza tenere conto di quanto avverrà probabilmente anche a livello politico negli USA, dove rimane in ballo la questione riserve, che potrebbe essere un altro veicolo importante per la corsa degli ETF (e di conseguenza di Bitcoin).
prese di profitto e basta e anche se il valore di Bitcoin dovesse crollare ritornerà nuovamente su nuovi massimi per diversi motivi e uno su tutti potrebbe essere la decisione di Trump di usarlo come riserva di valore ma fino alla definitiva consacrazione dovrà passare ancora molto tempo e intanto si portano a casa i guadagni. Mi ricordo che una volta i nostri vecchi dicevano povera Italia, adesso è l’ora di dire povera Europa, non conta proprio nulla.