Il PIL USA conferma le previsioni e dunque la convinzione, corroborata dai dati, che l’economia USA sia complessivamente in buone condizioni. Ok anche i dati sulle richieste di disoccupazione, leggermente superiori per quanto riguarda quelle continuative e leggermente inferiori per quelle iniziali, in un canovaccio che analizzeremo tra poco e che conferma per quanto aveva già affermato Jerome Powell.
Male PCE Core, un indice dei prezzi di una certa rilevanza per Federal Reserve, che marca un grande balzo rispetto alla lettura precedente, segnale del fatto che la lotta all’inflazione rimarrà la questione prioritaria per la politica monetaria degli Stati Uniti.
Tradotto per il breve periodo: no a liquidità a buon mercato almeno a stretto giro. Decisioni su eventuali tagli rimandati a data da destinarsi e mercati che dovranno fare di questa situazione necessità virtù. La notizia non ha granché scosso il mercato Bitcoin e crypto, che si muove con una certa volatilità che però ha contraddistinto il grosso delle ultime sessioni.
In realtà poco di nuovo. L’inflazione rimarrà il boss finale da battere, e che continuerà a ossessionare i sogni di Jerome Powell e dei membri del board di Federal Reserve (o meglio, del FOMC). Una situazione che non permette di avere alcuna speranza in tagli a breve, per almeno tre ordini di motivi, tutti fotografati dai dati arrivati oggi.
Il primo è che – come ci si aspettava – l’economia USA è in ottima salute. Un +2,3% è grasso che cola in un momento di grande difficoltà globale e non offre sponde per iniezioni di liquidità.
Il secondo è che – anche questo atteso – il mercato del lavoro appare come perfettamente in salute. C’è una discrepanza tra le nuove richieste di disoccupazione e quelle continuative, ma è stato ben spiegato da Powell in una delle sue ultime uscite pubbliche. Sembra che sia estremamente difficile perdere il lavoro, e che però sia mediamente più difficile del solito trovarne uno nuovo.
Il terzo – meno atteso e più brutale – riguarda la lotta all’inflazione. Si stanno facendo pochi progressi, come testimoniano i dati su PCE di quest’ultima tornata. Sapevamo che il cammino sarebbe stato lungo, ma forse non così lungo.
Per Bitcoin e crypto non è certamente la migliore delle situazioni possibili. E si dovrà fare di necessità virtù muovendosi al rialzo anche in assenza di importanti afflussi di denaro fresco a buon mercato.
Jerome Powell ci aveva preparato: il cambio di passo sarebbe stato graduale e sempre seguendo i dati. Dati che per ora non appoggiano in alcun modo un percorso rapido verso tassi in territorio non più restrittivo.
Bisognerà stringere i denti, ricordandoci che abbiamo vissuto una grande corsa di quasi tutto il comparto anche in un periodo di tassi molto elevati. È vero che la correlazione c’è, ma non è l’unica cosa che conta.
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