Le borse asiatiche affossano Bitcoin e crypto di nuovo, portando Bitcoin sotto gli 80.000$, aggiungendo pressione su un comparto che è già in grande sofferenza, con BTC che è ormai a più del 30% dai massimi fatti registrare poco più di un mese fa. Una situazione di grande angoscia, testimoniata da un indice della paura/avidità mai così in basso dal 2022.
Una situazione che è determinata dall’incrocio di diverse fonti di preoccupazione, non ultime quelle che attanagliano i mercati tradizionali e in particolare quelli azionari.
Anche il dollaro forte – ma comunque sotto i livelli di metà febbraio – non aiuta. Un mix di fattori che possono essere analizzati e sui quali ragione per capire in che tipo di fase siamo. Mentre c’è chi si affanna a parlare di bear market, possiamo davvero chiamare la fine di questo ciclo?
Il mix delle ultime 24 ore è stato quasi letale. Le borse USA hanno continuato a scaricare, con NASDAQ che ha fatto registrare il -2,78% nel corso dell’ultima sessione e S&P 500 che ha fatto solo marginalmente meglio, fermandosi al -1,59%.
L’apertura delle borse asiatiche e un’altra pessima sessione hanno completato il quadro ideale per vedere Bitcoin e crypto correggere ancora e toccare livelli di prezzo che in pochi avrebbero immaginato nel pieno dell’euforia post-elettorale.
Male le borse asiatiche: Nikkei 225, il più rappresentativo degli indici della borsa giapponese, chiude a -2,88%, e dello stesso identico avviso sono le azioni cinesi, sia quelle quotate a Hong Kong, sia quelle quotate sulle piazze di Shanghai e Shenzhen. Un risultato questo che è direttamente legato ai dazi aggiuntivi del 10% annunciati proprio ieri da Donald Trump, che preoccupano in particolare in Cina data anche la vocazione export per l’economia di Pechino e il tentativo in corso di organizzare una ripresa proprio aumentando la quota export.
Completa il quadro – pessimo nel complesso – di un ambiente ribassista anche la forza relativa del dollaro, anche questa però basata più su fondamentali politici che su fondamentali economico-finanziari.
Ci sono dati importanti, come il PCE annuale riferito a gennaio, dopo che se n’è avuto un assaggio nella giornata di ieri. Ricordiamo a tutti che questo è l’indicatore più importante tra quelli che sono utilizzati da Federal Reserve per il target del 2% in termini di crescita di prezzi relativa.
Un indicatore che dovrà essere seguito alle 14:30 e del quale forniremo i dati in tempo reale sul nostro Canale Telegram Ufficiale – dove troverai anche notizie in tempo reale dell’evoluzione di una giornata carica di tensioni, con Bitcoin che ha perso gli 80.000$ e il resto del mondo crypto alt che ha perso livelli di prezzo ancora più importanti. Ripple sta cercando di tenere i 2%, Ethereum i 2.100$ e Solana si trova a circa la metà dei massimi fatti registrare in gennaio. Un quadro certamente non tranquillo, ma lontano dall’apocalisse della quale si legge sui social.
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