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Bitcoin e crypto: È ARRIVATO IL BEAR MARKET? Le RISPOSTE alla DOMANDA del momento

Siamo davvero già nel bear market? Analizziamo tutte le possibilità e i dati.
3 ore fa
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Da una domanda sul nostro Canale Vip Premium su Telegram è venuta fuori una discussione interessante che riguarda la possibilità che Bitcoin e crypto siano già in bear market. Dare una risposta secca non è possibile. Quello che possiamo fare è invece guardare le caratteristiche di quella che è una delle due fasi di mercati.

Lo faremo principalmente dall’angolo fondamentale – cercando di capire se le caratteristiche di un vero bear market siano già tutte presenti – oppure se l’importante correzione degli ultimi giorni sia effettivamente l’inizio del bear market oppure appunto una correzione come tante ce ne sono state anche nel corso di bull market che poi hanno proseguito per la loro strada.

Premettiamo che avere una risposta secca in questo momento è piuttosto difficile. E anticipiamo anche che alcuni indicatori di bear market sono presenti mentre altri sono completamente assenti.

Che cos’è il bear market?

Con bear market indichiamo una fase di mercato all’interno della quale i ribassi durano a lungo, le buone notizie non hanno impatto positivo e le cattive notizie invece finiscono per affossare ulteriormente i prezzi. Una fase di mercato che è difficile definire sul piano tecnico e che invece attiene più alle questioni sentimentali.

  • Calo del 20% dai massimi

Questa soglia è utilizzata da diversi analisti – anche storici – e viene applicata però a categorie di asset come le azioni che storicamente hanno movimenti di prezzo inferiori rispetto al mondo crypto e Bitcoin.

È un indicatore almeno in questi termini inutile per il mondo crypto. Meriterebbe per essere utile una moltiplicazione di almeno il 2,5. Ci siamo già? Nel settore alt forse, in quello Bitcoin certamente no. Se dovessimo prendere a riferimento la capitalizzazione totale del mercato… potremmo dire che di strada da fare ce n’è ancora tanta. Lo stesso vale per il mercato azionario.

  • Pessimismo diffuso

Il pessimismo diffuso è una delle caratteristiche sempre presenti nel cosiddetto bear market. Il pessimismo c’è e non vi è dubbio che sia sul livelli che non si vedevano… dallo scorso bear market.

Andamento paura e avidità sul mercato crypto. I livelli attuali sono… da bear market?

Il grafico che alleghiamo dimostra come non si fosse su questi livelli di sfiducia e di paura dal giugno 2022, quando poi effettivamente ci furono ulteriori correzioni, per quanto spinte da eventi esterni quali il fallimento di FTX.

I più ottimisti guarderanno al grafico e individueranno gli stessi livelli a marzo 2020, prima di un’altra grande corsa – per quanto dopo mesi. Quel livello di paura fu il bottom poco sopra i 6.000$. A dicembre si era già a 11.000$. Un anno dopo a più di 60.000$.

  • Situazione macro compromessa

Un’altra delle caratteristiche tipiche dei bear market è una situazione macro compromessa, almeno nel settore tradizionale. Questo non è sempre stato però il caso del mondo Bitcoin e crypto, dove in realtà si sono avute fasi bearish ignorando complessivamente l’andamento macro.

Vale comunque la pena tenerne conto – perché alcune delle paure che stanno attanagliando gli indici di borsa (e che stanno avendo impatto anche su BTC e crypto) sono tutti di natura macro, per quanto la situazione sia forse più idilliaca di quanto avremmo potuto aspettarci.

È vero che ci saranno – con ogni probabilità – pochi tagli nel corso del 2025. È altrettanto vero però che non avremo tagli anche perché l’economia sta tenendo brillantemente, almeno negli USA – e che di corsa verso tassi vicini allo zero non ve n’è bisogno.

È quello che tutti stavano sognando – ovvero un soft landing – ovvero un ritorno a tassi neutrali senza recessione. Per ora siamo in quella traiettoria – e includere questo indicatore nei al bear market è prematuro.

  • Volumi di scambio bassi

È una caratteristica dei bear market e dei momenti di euforia assente. Siamo su livelli relativamente bassi rispetto al momento in cui abbiamo avuto l’ATH di Bitcoin a gennaio, e comunque sui più bassi da quando è stato eletto Donald Trump. Siamo comunque ancora sopra i livelli che abbiamo avuto per il periodo tra marzo e e elezioni USA.

Sono semplicemente spariti quei volumi che erano arrivati dopo le elezioni e dunque con l’euforia portata dall’elezione di Donald Trump.

C’è altro per giudicare?

Sì, c’è altro – che a nostro avviso non è stato ancora compreso appieno dai mercati, che sono presi da quella che per ora è una correzione, importante per dimensioni ma pur sempre una correzione.

La prima questione riguarda gli aspetti legali che definiscono il settore. Ci sono state aperture molto importanti da parte di SEC – che si è ritirata da quasi tutte le cause contro gli operatori del comparto.

La seconda questione riguarda invece le potenziali riserve in Bitcoin (e forse anche altre crypto) degli Stati Uniti a livello federale e anche a livello di singoli stati. Non saranno – nel caso – acquisti di enormi proporzioni, ma comunque una spinta positiva sulla reputazione di questa classe di asset.

C’è anche un’altra questione: stiamo scontando sul breve sparate sui dazi e incertezze che sono tipiche di tutte le fasi di insediamento di nuovi presidenti, e che valgono doppio quando ad arrivare alla Casa Bianca è un presidente… esuberante come Donald Trump.

Avere pertanto una risposta secca alla domanda bear market sì o no è impossibile, almeno per ora. Mancano ancora troppi elementi per essere certi di essere in una fase discendente di medio e lungo periodo.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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