La settimana appena conclusa ha fatto rumore per il crollo del mercato crypto e per la discesa di Bitcoin (BTC) sotto i 80.000$. Il tutto prima dell’annuncio di una probabile riserva federale di crypto lanciata nella serata di ieri.
La perdita settimanale fino a metà pomeriggio di ieri si attestava al -9%, per poi chiudere a -2,80%. Attualmente, BTC quota 93.000$, e la settimana inizia in contrazione dell’1,20% con un ribasso annuale dell’1%. A fronte di questa debolezza del prezzo, è necessario indagare se ci siano dati on-chain che possano destare preoccupazione o, al contrario, portare ottimismo.
bitcoin
I dati si riferiscono al passato e non sono indicatori di risultati futuri.
Attraverso le metriche on-chain, analizziamo il comportamento dei miner e delle whales, cercando di individuare i soggetti coinvolti nell’ondata di vendite.
Partiamo dai miner, che sono particolarmente sensibili all’andamento del prezzo di Bitcoin, poiché da esso dipende la copertura dei loro costi operativi, tra cui hardware ed energia elettrica. Inoltre, la crescente difficoltà di mining rende l’attività sempre più onerosa nel tempo.
La metrica di Glassnode “BTC: Total Miner Revenue” rappresenta le entrate giornaliere dei miner in Bitcoin, derivanti da, ricompense per blocco e commissioni di transazione.
Dopo l’halving di aprile 2024, che ha ridotto la ricompensa per blocco a 3,125 BTC, le entrate dei miner hanno subito un calo strutturale. Tuttavia, nonostante la riduzione dei BTC guadagnati, i miner compensano con commissioni più alte e prezzi più elevati di Bitcoin.
Focalizzandoci sull’ultime parte del grafico, come evidenziato, si nota che, nonostante il calo del prezzo di BTC, le entrate dei miner sono aumentate. Questo è avvenuto grazie all’incremento delle transazioni, dovuto al panic selling.
Un’altra metrica fondamentale è la “BTC – Miner Net Position Change”, che indica la variazione netta delle riserve di Bitcoin detenute dai miner.
A gennaio 2025 si è verificata una forte ondata di vendite da parte dei miner, seguita da un periodo di accumulo tra fine gennaio e metà febbraio. Tuttavia, nelle ultime due settimane è ripresa la pressione di vendita, coincidente con il calo del prezzo di Bitcoin.
A differenza di situazioni simili avvenute in passato, in cui i miner tendevano ad accumulare in fasi di ribasso, questa volta hanno preferito vendere BTC.
Con la metrica “Bitcoin Balance in Miner Wallets“, si può osservare il totale dei BTC detenuti dai miner. Il grafico mostra una tendenza in calo del saldo nei wallet negli ultimi tre mesi, da quando BTC aveva superato i 100.000$. Ciò indica che i miner stanno progressivamente vendendo BTC. Questa riduzione è spesso inversamente correlata al prezzo di Bitcoin, suggerendo che i miner vendono per trarre profitto.
Da metà febbraio, quando il prezzo di Bitcoin ha iniziato a calare c’è stata una ripresa del balance del miner wallets, come evidenziato sul grafico.
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La discrepanza tra BTC: Balance in Miner Wallets (in aumento) e BTC: Miner Net Position Change (in calo) è spiegata principalmente dalla differenza tra stock e flusso:
Quindi, i miner possono vendere più di quanto minano senza ridurre immediatamente il saldo totale, ad esempio trasferendo BTC tra wallet interni senza depositarli sugli exchange.
La metrica di CryptoQuant, “Bitcoin – Miner to Exchange Flow (Total)” aiuta a confermare se i miner stanno realmente vendendo BTC o solo spostandoli internamente.
Dall’inizio del 2025, il grafico mostra diversi picchi nei flussi dei miner, con il più alto registrato il 2 febbraio 2025. Un aumento significativo dei trasferimenti agli exchange è spesso associato a maggiore liquidità disponibile, che può portare a pressioni ribassiste sul prezzo di Bitcoin.
Osservando il grafico, si nota che a fine febbraio c’è stato un nuovo aumento dei flussi verso gli exchange, coincidente con il crollo del prezzo fino a 80.000$.
Tuttavia, nell’ultimo dato riportato il 1° marzo, si osserva una diminuzione dei flussi verso gli exchange, con soli 4.585 BTC inviati. Questo potrebbe indicare una temporanea riduzione della pressione di vendita.
Oltre che il comportamento dei miner è rilevante anche quello delle whales che detengono grandi quanitità di BTC. La metrica “Bitcoin Exchange Whale Ratio” misura la percentuale di depositi sugli exchange provenienti dalle whales.
Il 28 febbraio 2025, il Whale Ratio era 36,6%, segnalando una presenza moderata di whales sugli exchange. Tuttavia nei giorni precedenti, il valore era aumentato, arrivando anche a 0,63%. Storicamente, livelli elevati di questa metrica sono stati associati a cali del prezzo di Bitcoin.
Statisticamente, il valore è alto (>40%) indica che le whales stanno inviando grandi quantità di BTC sugli exchange, suggerendo una possibile pressione di vendita.
Sia gli invii di BTC dei miner agli exchange che quelli delle whale hanno avuto nelle ultime settimane un incremento. Tuttavia, negli ultimi giorni si registra per entrambi un calo.
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