La questione $LIBRA, che ha tenuto banco sia a livello politico sia nel mondo crypto, ha dei nuovi sviluppi. Un procuratore federale argentino, Eduardo Taiano, sta cercando di ottenere il congelamento di oltre 110 milioni di dollari di proventi dalla vendita del token, per quello che è un caso che soprattutto a Buenos Aires è diventato motivo di scontro anche di natura politica.
Il congelamento non è stato ancora ottenuto, per quanto la procura si stia già muovendo e non è assolutamente detto che ci riesca, a meno di andare a scavare in altre giurisdizioni e fornire delle motivazioni valide ai giudici di altri paesi per muoversi all’unisono.
Il caso ha avuto particolare rilevanza per il coinvolgimento dell’account di Javier Milei su X, con il presidente argentino che ha poi provato – senza grande successo – a discolparsi in TV e anche sugli stessi social.
Meme token: per le procure argentine…
La questione attraverserà trasversalmente anche il mondo dei meme token a tema politico, che sono diventati estremamente rilevanti una volta che gli stessi personaggi politici hanno deciso di emetterli o comunque di supportarne l’emissione.
È stato il caso – anche questo motivo di grandi e accese discussioni – dei token $TRUMP e $MELANIA, direttamente sponsorizzati (e emessi con il consenso) da parte della famiglia presidenziale. È stato il caso, ancora più eclatante, per il token $LIBRA, che apparentemente celava un accordo anche tra parte dello staff del presidente argentino. La vicenda ha avuto anche un importante impatto su Solana e l’attività sul suo network, come è evidente dal grafico che alleghiamo.
Non è chiaro quanto siano solide per ora le basi giuridiche che potrebbero giustificare un sequestro, ma è chiaro che le procure – e in futuro non sarà soltanto quella argentina – vorranno vederci chiaro per quelli che sono comportamenti che il grosso del pubblico fuori dalle crypto (e una parte rilevante di quello interno a questo mondo) ritengono predatori.
Negli Usa intanto…
Negli USA intanto sembra che si voglia procedere in senso contrario. SEC mollerà una presa che sui meme non ha mai deciso di esercitare e con ogni probabilità indicherà i meme token come oggetti da collezione, al pari delle figurine del baseball.
Questo non vuol dire che comportamenti predatori e apertamente illegali non saranno di interesse per le procure federali. Chi li emette però potrà essere certo o quasi almeno dello scudo dalle potenziali accuse di SEC.
Per tanti è la ricetta per il disastro, per altri conterà a poco, dato il pessimo stato in cui versa oggi il comparto. In Europa le regole per l’emissione dei token indicate nel MiCA probabilmente la renderanno terreno poco fertile, come è sempre stato, per questo tipo di iniziative.